Roma, Spalletti: «Totti? E' stato grande, ma solo con lui non si vince. Non c'è festa se non si batte il Genoa»

Roma, Spalletti: «Totti? E' stato grande, ma solo con lui non si vince. Non c'è festa se non si batte il Genoa»
di Gianluca Lengua
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Sabato 27 Maggio 2017, 15:36 - Ultimo aggiornamento: 18:20
Nonostante quella di domani sarà l’ultima partita con la maglia della Roma di Francesco Totti, il rancore di Luciano Spalletti verso il numero 10 non manca: «La Roma deve vincere, non ci dobbiamo accontentare se ha vinto Totti, lui di titoli e successi ne ha portati a casa tanti. Lui da solo non basta, altrimenti non saremo qui a dire che la Roma non ha vinto niente» Il tecnico, invece, non parla del suo futuro: «Ne parleremo nella prossima conferenza stampa». 
 
Il Genoa. «Le insidie sono sempre le stesse, sono che la testa venga portata su un altro tipo di attenzione ugualmente bellissimo, lucentissimo e importante e si perda di vista l’obiettivo primario. Che festa sarebbe se non ci fossero i tre punti. Dobbiamo fare questa partita nella maniera giusta, esibendo la nostra forza e mentalità».
 
In cosa è cresciuta la Roma. «Di confronti ce ne sono stati tanti, forse la cosa fondamentale è di aver usato quella strategia che ogni volta si riparte da zero. Quando ti abitui a vincere e aumenti il tuo ego, spesso succede che diventi un ‘io’ piuttosto che un ‘noi’. C’è bisogno di un ‘noi’ per vincere la partita e fare risultati e se ogni volta che vinci riesci a far passare che devi ripartire da zero allora riesci a raggiungere gli obiettivi. Questo ripartire da zero è stato fondamentale, perché se guardi bene non abbiamo mai preso imbarcate. Abbiamo perso partite fondamentali e non ce le dimentichiamo, però, dopo quelle riesci a organizzare una reazione. In quelle che vinci è più difficile perché rischi di ammorbidirti. Il ripartire da zero è stata la qualità di questa squadra».
 
Totti dal primo minuto con il Genoa. «Francesco giocherà un bel pezzo di partita e giocherà il pezzo più importante. Averlo allenato significa essere fortunati perché io ho avuto la possibilità di apprezzarlo non solo durante le partite, ma anche di vedere la qualità del suo piede e delle sue giocate. Accorgermi in ritardo delle sue intuizioni geniali, di anticipazione di giocate e di lettura prima che uno se ne accorga. Sono uno fortunatissimo, penso che ci sia qualche altra cosa che lo riguarda, nel senso che io l’ho visto segnare tante volte perché mi è successo di essere presente tante volte quando lui ha fatto gol e ce ne potrebbero essere molti messi in pila come quelli più belli. Rischi, però, di mettere in trentesima posizione uno che vale la prima. C’è da vedere quello che sarà il suo sentimento e cosa gli dice di fare. Lui ancora si deve esprimere, vorrei sentirlo a parlare e vorrei sentirlo contento per la sua prossima decisione».
 

 
Ultima di Totti. «Bisogna arrivare in fondo, in questa partita c’è tutto quello che stiamo cercando da un anno. Dobbiamo essere bravi nella coerenza di lavoro. Siamo a un passo, dipende da noi e non dobbiamo sbagliare nulla, dobbiamo essere concentrati per questa vittoria. I tre punti sono fondamentali per far venire bene questa festa, altrimenti la festa ce la fanno gli altri. Il Napoli gioca un bel calcio e non mollerà fino all’ultimo come abbiamo fatto noi lo scorso anno ritirando fuori gli artigli e rimettendo in carreggiata la nostra squadra. È una squadra fortissima, che qualche volta ha perso, ma che non ha mai tradito. Di questi calciatori ci possiamo fidare, questa è una squadra da Roma».
 
Pensieri belli e brutti su Totti. «Un pensiero è quello della qualità del giocatore della personalità di quando entra in campo. Una qualità fondamentale per il giocatore oltre alla velocità, la tecnica e la fisicità, c’è il carattere. Quando sei in una situazione in cui tutti ti fanno sentire scomodo tu prendi e fai vedere la cosa contraria, ossia che qui comando io, datemi la palla sui piedi che faccio io. Questo lui lo ha fatto, lo sa fare, è diventata una qualità importantissima per i risultati della squadra. Non ho condiviso le sue prese di posizione, qui siamo colpevoli tutti perché l’abbiamo creato noi questo grandissimo calciatore che può ricoprire qualsiasi situazione che lo riguardi, o qualsiasi cosa di cui si parli, perché è Totti. Ha molte qualità, ma in qualcuna deve fare profondità, conoscere meglio, essere capitano di una squadra vuol dire donare tutto quello che hai agli altri e lui lo avrebbe anche fatto, ma poi agli altri non gli è arrivato lo stesso messaggio, anche per colpa nostra. È stato messo davanti magari anche annullando la qualità di altri calciatori, cosa che da un punto di vista di un club e di una tifoseria dovrebbe essere sviluppata. La Roma deve vincere, non ci dobbiamo accontentare se ha vinto Totti, lui di titoli e successi ne ha portati a casa tanti. Lui da solo non basta, altrimenti non saremo qui a dire che la Roma non ha vinto niente e quindi dentro ci sta anche il comportamento di Totti perché dei numeri importanti li ha fatti. Non c’è solo la chiave che nello spogliatoio ce l’hanno con me, ce ne sta anche un’altra. Dopo questo discorso mi dite che io ce l’ho con Totti, nella volta precedente lui sbagliò sei rigori di fila. Tutte le volte si titolava: “Il prossimo lo tiro io”. Secondo me con un calciatore che sbaglia tre calci rigore si può cominciare a parlare del fatto di cambiare. L’allenatore ha a che fare con 20 calciatori, non con uno solo e se ne avevamo fatti due di più di rigori può darsi che i conti sarebbero diversi. In quel momento quella cosa mi andò poco bene, ma se poi non trovi quello che lo vuol battere diventa una presa di posizione difficile. Totti è un dono che ci è stato fatto e che tutti hanno potuto usare e vedere, gli vogliamo tutti bene. Poi ogni tanto viene usato per altri fini». 
 
 
L’Inter. «Io ti confermo che domani farò il massimo per vincere. Noi tentiamo di remare tutti nella stessa direzione, che è quella di fare più grande la Roma e l’attenzione è su questa partita».
 
La difficoltà di allenare la Roma. «L’importante è essere un corpo unico e andare nella stessa direzione. Gli allenatori cambiano, sono cose che succedono. Fa parte della professione che facciamo. Non so se l’anno prossimo cambierà allenatore, ci incontreremo in settimana. Domani daremo spazio a ciò che succede, bisogna dare spazio a Totti. Poi ci rivediamo lunedì o martedì e sarebbe bene anche con la società per dirci qualcosa, sennò si finisce a dire sempre le cose per sentito dire».
 
Le voci di addio. «Sono cose che si affrontano nella prossima conferenza stampa. Questa è una squadra di campioni ma se non ho vinto è colpa mia. La squadra era forte, se vinciamo domani abbiamo però rimesso tutto a posto. Si rispecchierà l’andamento della stagione. Quando abbiamo perso abbiamo sempre reagito. Gente come Vermaelen, Alisson e Gerson non li ho mai fatti giocare e li devo ringraziare. Il loro contributo è stato fondamentale per questa reazione che abbiamo sempre avuto. E’ una cosa che non viene così facile come sembra. Devi far vedere che ce l’hai dentro. Penso a loro che non giocano per colpa dell’allenatore, voglio ringraziarli e sarò sempre disponibile per loro».
 
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