Il Verona affonda la Samp 2-0, Di Francesco a rischio esonero

Il gol di Kumbulla
di Matteo Sorio
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Sabato 5 Ottobre 2019, 16:44 - Ultimo aggiornamento: 20:53

Se sarà esonerato a breve, come tutto lascia ormai credere, lasciando lo scomodo testimone a uno tra Pioli (già tra i candidati estivi per il dopo-Giampaolo e dato oggi in pole) oppure Ranieri oppure Iachini, l’ultima cartolina della Sampdoria di Di Francesco, 6 ko in 7 gare, peggior partenza blucerchiata di sempre, sarà quella di una squadra ai minimi termini. Gli aggettivi, dopo la sberla nel pomeriggio da ultima spiaggia dell’ex tecnico di Roma e Sassuolo, non possono che virare al nero. Schiacciati, Quagliarella e soci, dal solito Hellas assatanato da quand’è Juric a guidarlo. Persi tra le girandole di interpreti difensivi e l’instabilità di modulo (abiurato il 4-3-3, a Verona s’è rivista la difesa a tre). Orfani di un leader carismatico, ruolo rimasto scoperto pure al Bentegodi, al netto della buona volontà di Ekdal. Smarriti dentro un attacco da quattro sigilli appena e riflesso in un Quagliarella, fermo al timbro su rigore col Sassuolo, che non trova partner — male Bonazzoli — né rifornimenti adeguati. Inadeguata, secondo molti addetti ai lavori, è anche la materia prima di questa Sampdoria dal passo formato-retrocessione in abbinata al nebuloso quadro societario (ancora nessuna svolta tra Ferrero e la cordata Vialli nella trattativa per cedere). Sarà. Ma la sensazione, dopo un match a bassissima intensità, appoggiato su una ripetizione talora stanca di movimenti e sovrapposizioni, è quella di un gruppo cui serve una sferzata d’aria pulita, nella testa, che arrivi dall’allenatore o dall’ambiente poco importa. Sorpassata dal primo graffio in serie A di un diciannovenne, Kumbulla, diventato il difensore stagionale più giovane a segno nei cinque principali campionati europei, la Sampdoria del Bentegodi ha scomodato Silvestri in giusto due occasioni, figlie più che altro di sprazzi, concedendo infine il colpo della staffa a Veloso, unghiata che porta a -16 il passivo della peggior retroguardia del torneo. Tenuta in gara dall’imprecisione di Stepinski, la Sampdoria, ma anche tenuta ai margini della gara stessa dai continui raddoppi in mezzo al campo del Verona, tutta farina del sacco dell’ex genoano Juric. Dal settore ospiti, all’intervallo, era partito il coro «tirate fuori i coglioni». Si era già sull’1 a 0 per il neopromosso Hellas, e da lì il tabellino non s’è mosso, semmai aggravvato. A smuoversi, allora, dovrebbe essere la panchina: sempre che il problema di questa Sampdoria sia, o sia stato, Di Francesco.



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