Jesus, ecco la ricetta per vincere: «Continuità e rosa stabile. Serve un nucleo storico»

Jesus, ecco la ricetta per vincere: «Continuità e rosa stabile. Serve un nucleo storico»
di Gianluca Lengua
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Mercoledì 12 Aprile 2017, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 17:57
La differenza da non sottovalutare tra la Roma e la Juventus la fotografa Juan Jesus: «Loro hanno più continuità». Reduci dal 3 a 0 contro il Barcellona, i bianconeri hanno messo un piede nella semifinale di Champions League, oltre ad essere primi in classifica in Serie A con la Roma che insegue a sei punti e in finale di Coppa Italia. Una squadra schiacciasassi, probabilmente impossibile da raggiungere per i club nostrani che da ormai cinque stagioni devono arrendersi alla supremazia juventina: «Loro hanno un nucleo storico su cui costruiscono i loro risultati e fanno piccoli cambiamenti ogni anno. Quando ero all’Inter, ho visto passare 50 calciatori…», spiega il difensore a Sky Sport. Un nucleo storico che a Trigoria ha sempre fatto fatica a costituirsi: vuoi perché c’era bisogno di fare plusvalenze sui calciatori che sbocciano, o perché un giocatore ha ricevuto un’offerta irrinunciabile da una big. La Roma (da quando Pallotta è al comando) ha sempre stravolto la rosa nella sessione estiva di mercato. Con l’arrivo Monchi (a fine aprile nella Capitale), le cose potrebbero cambiare, ma la dirigenza dovrà fare i conti con i rinnovi contrattuali e gli adeguamenti sullo stipendio chiesti da Manolas, Nainggolan, Strootman e Ruediger.  

ADDIO SZCZESNY
Il restyling della Roma comincerà dalla porta: probabilmente l’Arsenal non lascerà per un altro anno l’estremo difensore polacco in prestito nella Capitale, e così i giallorossi, già dalla scorsa stagione, sono corsi ai ripari ingaggiando Alisson: «Ho un buon rapporto con lui. Poteva essere diverso, avrei capito se fosse stato arrabbiato perché non gioca spesso, è il portiere titolare della migliore nazionale del mondo d’altronde - ha risposto Szczesny alle domande dei tifosi su Twitter -. Mi ha sempre sostenuto quando gioco. Mi ha aiutato a spingermi oltre, a fare la stagione che sto facendo fino ad ora. So bene che se gioco male per una o due partite, sono fuori dalla squadra. E’ stato molto bravo, non solo a livello di amicizia, ma anche a livello professionale. Ci spingiamo oltre a vicenda, impariamo l’uno dall’altro».
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