Roma, l'attacco è incompleto: Fonseca penalizzato nella corsa Champions

Dzeko (foto Fraioli)
di Ugo Trani
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Martedì 7 Gennaio 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:21
Scarica, distratta e presuntuosa: la Roma, domenica sera contro il Torino, ha sbagliato la prestazione. Innanzitutto sotto l’aspetto psicologico. Che, di conseguenza, ha influito su quello tattico. Il 4-2-3-1 è stato vulnerabile dietro e impotente davanti. Passo indietro, dunque. Irriconoscibile il timbro di Fonseca, come se nel 1° match del 2020 non fosse scesa in campo la sua squadra. Giusto l’atteggiamento del tecnico a fine partita che, pur evidenziando la serata storta del signor Di Bello, non ha usato l’arbitro per giustificare il 3° ko in questo torneo. Il portoghese ha invece elogiato la creatività dei suoi giocatori, capaci di 30 tiri verso la porta di Sirigu. Il dato, abbastanza fedele, rischia di coprire il principale limite della rosa giallorossa. L’attacco, nonostante i 12 marcatori diversi in campionato, dipende esclusivamente da Dzeko. Non c’è, pesando il rendimento di Kalinic, il suo vice. E nemmeno il suo partner. Petrachi deve prenderne atto e intervenire entro il 31 gennaio per l’aggiustamento della rosa in corsa. Serve il finalizzatore e non solo di scorta. Titolare. E capace pure di partire dalla fascia.

REPARTO INCOMPLETO
La Roma è ancora al 4° posto, ma adesso l’Atalanta è a meno 1. L’attacco, invece, non è da zona Champions: è il 5° della serie A, con 33 reti, le stesse segnate dal Cagliari sesto. Il vantaggio di Fonseca su Gasperini è solo in classifica e tra l’altro minimo: i nerazzurri, con 48 gol, sono i migliori del campionato. E anche la loro differenza reti (+23) è nettamente superiore a quella dei giallorossi (+14). Gli specialisti dell’Atalanta lasciano di sicuro il segno: Muriel 10 gol, Ilicic 9, Gomez e, nonostante il lungo periodo di inattività, Zapata 6. La Roma risponde con Dzeko che, però, è all’11° posto nella graduatoria dei cannonieri stagionali, essendo fermo a quota 7 (è entrato in doppia cifra con i 3 di Europa League). Dietro di lui niente o quasi, perché la cooperativa non è sufficiente per il salto di qualità: Kolarov 5 reti (2 su rigori), è l’altro finalizzatore scelto. L’esterno offensivo più concreto è Zaniolo con 4 gol. Sulla fascia, insomma, incide il centrocampista e non l’attaccante. Kluivert ha almeno segnato 3 reti. Le stesse di Mkhitaryan: mai decisive, però, le sue (fatale il suo spreco davanti a Sirigu per il possibile pari contro il Torino). Perotti è fermo a 2 (entrambe su rigore) e Under al 25 agosto, cioè al 1° gol stagionale giallorosso. Numeri che hanno, dunque, il loro significato. E che si sommano allo scarso raccolto che viene dai centrocampisti: Cristante, Pellegrini e Veretout sono a quota 1. Diawara, invece, è a digiuno da 21 mesi: l’8 aprile del 2018 l’unica rete nelle 92 partite che ha giocato in A, realizzata con la maglia del Napoli contro il Chievo.

BLACK OUT PREOCCUPANTE
Sono 5 su 18 le partite in cui la Roma ha fatto cilecca: l’attacco, insomma, spara a salve ogni 3,6 match. Si è inceppato contro l’Atalanta (0-2), la Sampdoria (0-0), il Parma (2-0), l’Inter (0-0) e il Torino (0-2): presi solo 2 punti, quindi, su 15 a disposizione. Fonseca, pur con 8 punti in più di Di Francesco, non si può permettere altre giornate senza gol. E va aiutato. Cercherà di pensarci in prima persona, affidandosi al suo stile di gioco, sicuramente propositivo: i giallorossi, quando ripartono, sanno comunque andare a dama. Ma anche Petrachi può dare il suo contributo, con il rinforzo di mercato, a questo punto obbligatorio per tenersi stretto il posto in zona Champions. L’allenatore è chiaramente penalizzato, rispetto ai colleghi delle altre big, nel gioco delle coppie, avendo il tandem di centravanti che nell’ultimo anno ha segnato di meno: 18 gol. Il rendimento di Dzeko non è stato, nei 12 mesi, esaltante, ma a pesare è quello di Kalinic che si è bloccato il 16 gennaio del 2019, quando festeggiò, ancora da attaccante dell’Atletico Madrid, in Coppa del Re contro il Girona. Perseverare, aspettandolo ancora, può diventare controproducente.
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