Roma, Calvo: «In Europa c'è la volontà di ripartire, l'idea è giocare a giugno e luglio»

Roma, Calvo: «In Europa c'è la volontà di ripartire, l'idea è giocare a giugno e luglio»
di Gianluca Lengua
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Venerdì 3 Aprile 2020, 20:12
La Roma guarda al futuro, a quando il calcio potrà giocarsi di nuovo ma in sicurezza. È questa la linea del club giallorosso che nelle settimane di emergenza si è preoccupato di tenere in forma i calciatori in vista della ripresa: «C’è la volontà in Europa di riprendere tutti e di portare alla conclusione i campionati», ha detto Francesco Calvo Chief Operating Officer della società. Il dirigente attraverso i media del club ha parlato di un’unità di intenti a livello internazionale: «La Uefa ha spostato le competizioni europee e le gare delle nazionali. Il quando è al momento ancora una scommessa, perché a botte di decreti la situazione continua a cambiare molto velocemente. Consideriamo che ci vogliono tra le 3 e le 4 settimane per permettere la riatletizzazione dei giocatori, da quello che ci spiegano i nostri medici. Ci sono varie bozze di calendario su cui si sta discutendo, ma l’idea è giocare tutto il mese di giugno e di luglio. Poi magari si parte un pochino prima del mese di maggio o un filo dopo, ma c’è grande disponibilità dei giocatori e delle istituzioni a cercare di spostare la scadenza classica del 30 giugno, della stagione sportiva, dell’anno fiscale, dei contratti con gli sponsor, con i giocatori, con le televisioni, almeno al 30 luglio». Il cambio di calendario costringerà la Uefa anche rivedere le date della prossima stagione facendo molta attenzione all’Europeo che si giocherà a giugno 2021: «La priorità del mondo del calcio è che una volta risolta l’emergenza è ripartire, per cui di portare a conclusione i campionati. Nonostante poi si legga sui giornali che alcuni paesi hanno deciso di non andare avanti, alcune discipline anche in Italia hanno deciso di sospendere tutto, il calcio credo sia diverso ma proprio per l’importanza sociale che ha, per il numero di tifosi e di affezionati. Per cui, quando si potrà fare in assoluta sicurezza, la volontà è proprio quella di ripartire».

Durante l'emergeza la Roma si è immediatamente attivata per aiutare i cittadini in difficoltà e attraverso la sua fondazione Roma Cares ha raccolto oltre 500mila euro da destinare a diversi ospedali della Capitale: «Noi abbiamo cercato sì di raccogliere soldi, ma su questo ci rendiamo conto di poter fare la nostra parte, che rimane pur sempre piccola, avendo raccolto poco più di mezzo milione di euro. La Protezione Civile ha raccolto donazioni per più di 100 milioni di euro, per cui quello che noi possiamo fare per la raccolta di soldi è sempre una piccola parte. Per cui in un momento difficile per tutto il paese, per tutte le persone, abbiamo cercato di capire come renderci effettivamente utili. Per cui abbiamo da un lato chiesto a tutti i dipendenti dell’azienda di mandarci delle idee su che cosa potevamo fare in questo momento. E ora stiamo cominciando a metterle in piedi. Quella che tutto sommato è anche più facile, ma che ci ha dato grande soddisfazione, è la consegna dei pacchi agli abbonati con più di 75 anni. Chi è più in difficoltà in questo momento? Sono sicuramente gli anziani, perché oltre a essere i più sottoposti a questo virus, sono anche coloro che hanno l’assoluto divieto di uscire di casa. Per cui abbiamo cercato di essere utili consegnando questi pacchi di beni primari: mascherine, guanti, gel e poi cibo, acqua e abbiamo messo dentro anche qualche birra».
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