Roma, Abraham: «Quella telefonata di Mourinho...»

Roma, Abraham: «Quella telefonata di Mourinho...»
di Gianluca Lengua
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 11:50

Tammy Abraham ringrazia José Mourinho per aver rappresentato la svolta nella sua carriera. L’attaccante ha ritrovato continuità in campo con la Roma e dopo oltre un anno è stato convocato in nazionale, il tutto è accaduto in appena due mesi di lavoro a stretto contatto con lo Special One che è stato capace di rigenerare un calciatore ormai messo da parte dal Chelsea: «Ho imparato più con lui di quanto ho imparato in tutta la mia vita», ha detto in un’intervista al The Guardian. L’attaccante ha poi ripercorso l’iter che lo ha portato in giallorosso: «Un giorno risposi al telefono ed era José Mourinho che mi disse più o meno 'Vuoi goderti un po' di sole o stare sotto la pioggia? io volevo restare a casa, in Inghilterra, e continuare a giocare in Premier League».

Mourinho, però, ha usato le parole giuste per motivarlo e convincerlo ad accettare la sfida: «Voglio essere tra i primi attaccanti al mondo e non mi fermerò fino a che non sarò lì.

Penso che fasi come quella che ho avuto al Chelsea debbano succederti per farti capire davvero cosa sia il calcio. Non puoi essere sempre in crescita. A volte hai bisogno di alcuni bassi e quei bassi mi hanno davvero sollevato e spinto ad essere ancora più affamato». Una fase profondamente negativa della sua carriera in cui ha preso la decisione netta di non essere più il “ragazzo di Londra” accettando di mettersi alle spalle il passato: «Sono arrivato a un punto in cui dovevo sedermi e parlare da solo con me stesso. Mi allenavo per migliorare, ho imparato a conoscermi e penso che questo abbia rafforzato la mia mentalità. L'opzione più semplice sarebbe stata quella di restare al Chelsea. Ho capito che dovevo uscire e mettermi alla prova. Certo, c'erano nervi saldi da mantenere e cambiare paese è sempre una cosa coraggiosa da fare. Ma lo consiglierei ai giovani giocatori inglesi. Direi loro di non aver paura. Impari su te stesso. È dura, ma mi ci sto abituando. Sono andato alla Roma ed è ora di farmi vedere di nuovo».

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