LA MAPPA
È evidente che Londra sia decollata a capitale non solo d’Inghilterra, ma pure dell’Europa del calcio. Vien da dedurre comunque che sotto, e in controluce, e dietro alla meraviglia crepiti un briciolo di logica. Tanto per essere chiari, il trionfo di Londra è e resterà sbalorditivo per le forme nelle quali si è manifestato – modi da torneo della Playstation del sabato – però non si direbbe del tutto insensato sul piano razionale. Perché, in fondo, è il frutto sano di un terreno di coltura ben concimato da tradizione, cura, serietà e da una cultura sportiva altrove non replicabile. La prima squadra londinese è nata 160 anni fa: Wanderers Football Club, 1859. Per capirsi, l’Unità d’Italia è del 1861. Dove noi faticavamo a fondere una nazione, loro giocavano già a pallone... Oggi la Londra del calcio è un regno nel Regno. Sedici sono i suoi club disseminati tra la Premier League e la National League, la quinta serie. Così l’Arsenal, il Chelsea, il Crystal Palace, il Fulham, il Tottenham e il West Ham abitano in Premier. Brentford, Millwall e Qpr giocano in Championship; Afc Wimbledon e Charlton in League One; Barnet, Bromley, Leyton Orient, Sutton United e Dagenham & Redbridge (pare un racconto di Dickens, è il nome di due borghi) appunto nella National League. Roma, Madrid e Parigi non possono certo godere di un privilegio simile. Giusto per avere un’idea, basterebbe sovrapporre la mappa della metro di Londra disegnata da Harry Beck alla carta dei monumenti calcistici per rendersi conto che un filo di coda in aeroporto in fondo è una seccatura sopportabile. A Nord dominano il Tottenham e l’Arsenal, per dire. Est è la regione del West Ham e del Millwall (nemici intimi) e del Charlton, mentre a ovest regnano il Brentford e il Wimbledon. Solo, al sud, c’è il Crystal Palace. Belli e ricchi, Chelsea, Fulham e Qpr comandano il centro, invece. Solenne, l’anima del mito è Wembley: ricostruito nel 2007, veglia sul football dal 1923. Ed è un cuore che mai smetterà di battere.
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