SILENZIO
Inzaghi resta in silenzio: oggi parlerà ai canali ufficiali, per la terza volta diserterà la conferenza, come prima e dopo il Bologna. Lotito ha invece riacceso i telefonini per sondare ogni alternativa: Mihajlovic era già stato sentito, Liverani avanza, Giampaolo piace, De Zerbi è stato la prima idea. Ieri è stato avvistato pure l’ex pupillo Ventura a Roma. Il presidente però non sta pensando soltanto alla panchina, dopo D’Angelo e il nuovo Slo inserirà un’altra figura in società (l’ex capitano Mauri affiancherà Tare). Anche perché, in caso di addio di Inzaghi che lo aveva voluto, pure sul dt Peruzzi va decifrato il futuro. È vigile su ogni tradimento, Lotito. È infastidito pure con Tare, chissà se per le voci sul Milan o soltanto per la sua vicinanza al tecnico.
TRIO A CONFRONTO
Ecco il trio al confronto. Era mancato nei primi faccia a faccia con Simone, ieri alle 18 il ds Tare era invece presente a Formello nell’ultimo vertice. Dimenticatevi il presidente sorridente dopo aver alzato il quinto trofeo della sua gestione, in poche ore gli è tornata in mente la rivoluzione. Aveva sbandierato la sua convinzione d’aver costruito una Ferrari, questo è quello che più gli ha rinfacciato Inzaghi. Che potrebbe acconsentire alla cessione dei big solo in presenza di degni sostituti. Inutile restare altrimenti perché non potrebbe fare più di quanto conquistato negli ultimi tre anni. Simone vuole far credere di avere Juventus e Milan ai suoi fianchi, ma potrebbe riconsiderare anche la corte dell’Atalanta in Champions altrimenti. Non solo: non vorrebbe essere lui a consegnare le dimissioni con un contratto ancora in vigore (e quindi 1,3 milioni) sino al 2020. «Vedremo che farà», dice meno sicuro Lotito, che rimane in pressing. Inzaghi fra poco se lo vedrà sbucare pure dentro casa dalle pareti.
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