Sassuolo, Dionisi: «La Lazio è favorita, che bravi Milinkovic e Zaccagni»

L'allenatore del Sassuolo si racconta a poche ore dalla partita di campionato con la Lazio allo stadio Olimpico

Sassuolo, Dionisi: «La Lazio è favorita, che bravi Milinkovic e Zaccagni»
di Massimo Boccucci
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 06:06

Sa come stupire tutti. Lo fa spesso Alessio Dionisi e col Sassuolo vuole provarci ancora, per esempio all'Olimpico contro la Lazio, dopo gli scalpi eccellenti di quest'anno e pure dell'anno scorso.

Cosa chiede al Sassuolo nell'ultima parte del campionato?
«Di non accontentarci, di essere ambiziosi e andare oltre quello a cui pensavamo a gennaio. Se vogliamo dare valore al nostro lavoro, bisogna fare parecchio in queste ultime giornate».

Alla sua seconda stagione si è pienamente ambientato in Serie A?
«Devono dirlo gli altri.

Ogni seconda esperienza, non solo nel calcio, vale doppio perché non è la prima. Non sei più l'ultimo arrivato. Sono giovane e ho molto da imparare, con un po' di trascorsi e un buon bagaglio che spero di ampliare».

Ha battuto Juve, Milan, Roma e Atalanta: le piace sentirsi chiamare ammazzagrandi?
«No, anche se fa piacere aver ottenuto questi risultati che aiutano l'ambiente e mi piace ancor più trovare la continuità. Uno guarda la stagione alla fine e nella sua interezza. Certe partite danno autostima e consapevolezza che non devono mai sfociare in presunzione».

L'aspettano ancora le trasferte con Lazio e Inter per chiudere in bellezza.
«Ci sono tanti punti in ballo e non possiamo pensare di ottenerli tutti. Se ragioniamo partita per partita, sono sicuro che finiremo bene».

Quando ha capito che il Napoli avrebbe vinto lo scudetto?
«Dopo le prestazioni in Champions. Ho visto uno spirito di squadra, come l'anno scorso l'ho colto nel Milan. Ci sono nel Napoli unità di squadra e consapevolezza».

Cosa sta dicendo soprattutto questo campionato?
«Molto equilibrio nella zona dove siamo noi per un buon livello superiore a un anno fa. Ovvio che fa più notizia parlare del vertice dove la lotta è stata poco avvincente la lotta per il titolo, mentre è merito della qualità delle squadre la bella corsa Champions».

Tatticamente e tecnicamente sta cambiando qualcosa in A?
«I cambiamenti ci sono sempre stati nel calcio, non ci si può permette di essere statici. C'è più coraggio nell'atteggiamento e si tende a giocare nei duelli oltre che di squadra».

Cinque squadre nelle semifinali delle coppe europee sono il riscatto del calcio italiano dopo l'esclusione da due Mondiali?
«Sono una conferma, tenuto conto che nella Nazionale ci sono solo italiani. Tutte le Nazionali più importanti ciclicamente hanno fatto fatica, noi comunque veniamo da un Europeo vinto e non è poco. Le squadre di club fanno rialzare la testa e speriamo fino in fondo».

Ha detto di rivedersi in Sarri.
«Confermo che mi piace molto perché fa giocare bene la squadra ed è il meno televisivo di tutti. Si vede sempre la sua mano. Mi sono fatto un'idea pur se personalmente non ci conosciamo più di tanto, avendo scambiato solo qualche parola. Siamo entrambi toscani e mi rivedo in certe cose sul campo. Lui ha anche una carriera e un'età superiori. Avevo scommesso che la Lazio si sarebbe migliorata con pochi e buoni innesti».

Studia Sarri e anche altri allenatori?
«Guardo le partite e cerco di capire scelte e percorsi pure attraverso le formazioni e le sostituzioni. Va al di là del risultato, che spesso è figlio degli episodi. Mi piace attingere da tutti, anche da chi gioca con sistemi diversi dal mio. Non è possibile, poi, prendere tutto di
tutti sennò diventa un minestrone».

Come si ferma la Lazio?
«Servono una combinazione di cose, sulla carta loro sono favoriti. Dovremo cercare di fare la nostra partita quando si potrà fare, e non subirla. Non puoi vincere individualmente, ci vuole la prestazione corale e potrebbe non bastare, in una gara che reputo stimolante. Ricordo che al Mapei Stadium fu equilibrata e decisa da situazioni».

Già, la Lazio vinse 2-0 e Sarri parlò di «Sassuolo forte». Un bell'attestato di stima.
«Spese parole per i giocatori e per me, apprezzo quando si riconosce l'identità. A prescindere da questo, la mia opinione su di lui non cambierebbe».

A Sarri piacciono Berardi e Frattesi.
«Anche a me, siamo in due. Al sottoscritto pure Milinkovic e Zaccagni (ride, ndc)».

Chi tra i suoi giocatori è pronto per una big?
«Non faccio campagna pubblicitaria. Abbiamo giocatori bravi, come i citati Berardi e Frattesi che non sono gli unici per potenzialità. Tutti hanno bisogno di fare un percorso giusto per arrivare pure a livello di mentalità, vedi Raspadori».

Il suo futuro è il Sassuolo?
«Perché no? A oggi non so rispondere, la stagione è in corso. Non abbiamo ancora parlato, ci incontreremo per confrontarci»

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