​Lazio, Sarri: «Lo Sturm è una squadra forte. La parola "turnover" mi sta antipatica»

Le parole dell'allenatore toscano in conferenza stampa alla vigilia del match in Europa League contro lo Sturm Graz

Lazio, Sarri: «Lo Sturm è una squadra forte. La parola "turnover" mi sta sul ca***»
di Valerio Marcangeli
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Mercoledì 12 Ottobre 2022, 16:07 - Ultimo aggiornamento: 16:39

Dopo la bella vittoria di Firenze, la terza di fila per 4-0, la Lazio di Sarri si ritrova di fronte già un altro ostacolo. A una settimana dal primo confronto in Austria, domani alle 21 ci sarà il ritorno con lo Sturm Graz. Il club capitolino è alla ricerca della scintilla per dare un segnale al gruppo F di Europa League e Sarri spera di poterla trovare già contro gli austriaci. Nel frattempo ecco come il tecnico ha presentato la sfida in conferenza stampa a Formello.

Cosa ha insegnato l'andata con lo Sturm Graz?

«Ci ha detto che giochiamo contro una squadra che ha numeri fisici impressionanti.

Finora è l'unica delle nostre avversarie che ha fatto meglio dal punto di vista fisico. Ha una buona organizzazione tattica, poi due-tre giocatori di livello. Si sta giocando il campionato con il Salisburgo punto a punto, guardiamo la sostanza e non il nome, lo Sturm è più forte del suo nome». 

Questo è il momento di fare il pompiere o quello dell'esaltazione?

«Non mi importa nulla di fare il pompiere o altro, a Firenze abbiamo fatto una buona partita tecnica, non tattica. Abbiamo concesso tanto, dobbiamo fare meglio, la partita si è messa bene, se si mette male magari possiamo andare in difficoltà. A volte ho detto anche che ero contento dopo un ko». 

Sul turnover...

«La parola turnover mi sta un po' antipatica ed è una fissazione italiana. Le inglesi mettono sempre con gli stessi calciatori e giocano più di noi. Magari qui abbiamo un dispendio di energie maggiori, loro hanno l'abitudine innata di giocare ogni tre giorni, il recupero mentale lì forse è più veloce. Questa settimana è diversa rispetto alla precedente, ci saranno 3 partite in 6 giorni e non in 8, oggi tiriamo le somme. Anzi, più che altro domani. A me preparare le partite in mezz'ora non piace per niente, sembra di fare un altro lavoro. Siamo costretti a farlo visto il Mondiale in inverno, ci adattiamo. Vediamo domani mattina».

Che ne pensa che la partita con l'Udinese non sia stata messa di lunedì?

«Difficile anche fare i calendari in questo ambaradan senza senso, è un delirio assoluto. Il calendario è questo, mi sarebbe piaciuto giocare almeno domenica sera, avere qualche ora in più. Quando ci sono soltanto 66 ore tra la fine di una partita e l'inizio di un'altra, anche 2-3 ore in più sono determinanti. Vediamo, bisogna avere un'idea chiara sui recuperi. Non ci sono grandissime problematiche fisiche, poi però c'è il recupero fisico e mentale da trovare in tempi ristretti. Nell'allenamento di oggi sarà difficile valutare le condizioni, non sarà una seduta di grande dispendio fisico».

Come si allena l'intensità?

«I tempi effettivi dei campionati europei sono leggermente superiori. L'intensità si allena in allenamento, poi bisogna ricordarsi di un aspetto. I giocatori hanno una cilindrata, se uno è un 4mila è un 4mila. Se uno è un 2mila rimane un 2mila. Se parliamo di una macchina si può truccare. Si può migliorare anche coi giocatori, poi però ci sono alcuni giocatori che costano 100 milioni, altri che costano decisamente meno e c'è un motivo».

Come sarebbe avere Massimo Maestrelli dentro la società? E su Cancellieri...

«Questo non lo so, mi piace come persona, mi piace sentirlo. Poi se ci sono contatti con la società non lo so, per il momento me lo tengo come amico. Cancellieri l'anno scorso ha fatto 214 minuti con il Verona, quest'anno è già sopra i 200, quindi sta facendo un bel percorso. Anche a Firenze è entrato da esterno perché ha la gamba per attaccare gli spazi e la Fiorentina ci assaltava sulle fasce». 

Cosa manca a Basic?

«Gli manca un pizzico di personalità e basta. La responsabilità se ha giocato meno è mia, è un giocatore completo. Più degli altri che ho a centrocampo. Quindi magari se la partita si mette bene uno pensa a fare entrare più il centrocampista difensivo, se si mette male metto uno più offensivo. La colpa è mia, me lo sono dimenticato in panchina troppo spesso». 

Si parla troppo poco di Milinkovic?

«A me sembra se ne parli troppo invece. Vinciamo 4-0 e si parla di lui sul mercato che va in un'altra squadra, questo per far capire quanto per me possa essere distorta la stampa. Filippo Ganna ha vinto facendo un'impresa, io per avere notizie metto i canali specializzati. Si parla troppo di gossip nel mondo calcistico. Milinkovic ha dati straordinari, altri in cui deve migliorare come per esempio le palle perse. Un centrocampista straordinario, ma ha ancora margini di crescita».

Si aspettava questa crescita della difesa in così poco tempo? E come sta Casale?

«Casale è guarito dal punto di vista medico, poi è chiaro, si è fermato e si sta cercando di riportarlo velocemente a un livello di competitività. Penso sia vicino, nelle prossime partite verrà preso in considerazione. I passi in avanti non li ha fatti solo la linea, ma è tutta la squadra che protegge di più la difesa. Però il periodo che stiamo valutando è ancora corto, quindi non troppo attendibile».

Photo credits: Marco Rosi

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