A differenza di Hernanes non ci sono stati problemi burocratici. Il contratto di Osvaldo è stato depositato regolarmente. Conte avrebbe potuto convocarlo. Invece ha preso tempo. Troppo poco un allenamento. Il tecnico salentino è fatto così. Nel suo spogliatoio funziona in questo modo. Perché l’Inter è sempre un brutto cliente e Mazzarri, il nemico giurato, ben conosce virtù e vizi dell’armata bianconera che in casa in questa stagione ha lasciato agli avversari al massimo gli applausi.
Meglio non rischiare. Si accomoderà in panchina Vucinic, sedotto e abbandonato dall’Inter. Lui sogna la vendetta perfetta. Entrare e metterla dentro, esultando, tirando fuori la rabbia di una settimana paradossale, vissuta sul filo dei nervi, da quando aveva svuotato l’armadietto e poi è stato costretto a fare marcia indietro da Milano. Si è allenato a parte. Ieri si è unito al gruppo. Conte ha deciso di portarlo, a differenza di Quagliarella, affetto da febbre (la versione ufficiale della Juve) e rimasto a casa. Dall’abbondanza in attacco si è passati ad avere gli uomini contati: da 6 gli attaccanti a disposizione del tecnico salentino saranno 4. Solo per questa volta, perché già a partire dalla prossima partita la mitraglietta di Osvaldo è pronta a fare fuoco. Per il resto, tutto secondo copione. Sarà 3-5-2. Spazio ai titolarissimi con Storari al posto dello squalificato Buffon.
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