De Fanti: «L'Helsinki ha un manager che bada al sodo ma manca di gamba e fantasia. Roma, ecco chi tenere d'occhio​»

Parla l’agente Fifa: «Il loro tecnico si è imposto in campionato la scorsa stagione, ma viene criticato per la mancanza di visione a lungo termine»

Roberto De Fanti: "L'Helsinki ha un manager che bada al sodo ma manca di gamba e fantasia. Roma, ecco chi tenere d'occhio"
di Stefano Boldrini
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Mercoledì 14 Settembre 2022, 19:44

Tre ore di volo la tratta Roma-Helsinki, 2.860 km la distanza su strada, 34 ore di auto, 45 di treno: anche nel calcio i giallorossi di José Mourinho e l’HJK, il club più rappresentativo di Finlandia – 31 campionati, 14 coppe nazionali e 5 Ligacup -, 115 anni di storia, sono lontani. La partecipazione della Finlandia all’europeo del 2021 è stato il massimo acuto e potrebbe rappresentare anche un invito all’attenzione per i giallorossi, ma dopo essere stato un trampolino di lancio per i giovani, l’HJK ha scelto la strada dell’usato affidabile, come l’ex Chievo, Brescia, Benevento e Reggina Perparim Hetemaj, che nel 2018 confessò di tifare Lazio. L’agente Fifa Roberto De Fanti, romano, di stanza a Londra, moglie finlandese – Annalena Bauer, ex Miss Scandinavia - conosce bene quelle parti. Ha gestito i fratelli Eremenko, i fratelli Hetemaj e attualmente cura gli interessi di Joronen, portiere del Venezia.

Che squadra è questo Helsinki?

“È la Juventus di Finlandia, con trentuno titoli nazionali.

Rappresenta un calcio sicuramente in crescita, ma siamo ancora distanti dai campionati top europei. Questo club non punta più sui giovani come avveniva in passato, con i vari Forssell, Eremenko, Hetemaj, che partirono da qui per giocare in leghe più importanti, ma si affida all’esperienza. Arajuuri, Raitala, Toivio, Riski e lo stesso Hetemaj, che in Italia conosciamo bene per i suoi trascorsi nel Chievo e undici anni complessivi nel nostro paese, sono rientrati alla base dopo aver girovagato in lungo e largo l’Europa”.

Punti forti e punti deboli?

“L’esperienza internazionale è il requisito più importante. Il limite è la mancanza di fantasia e di gamba”.

Da tenere d’occhio?

“I nomi che ho citato hanno anni di calcio europeo alle spalle e sanno come affrontare queste gare. Tra i giovani, segnalo Peltola, un 2002 e Terho, un 2003. Hanno qualità, ma giocano poco”.

L’allenatore?

Toni Koskela è un manager che bada al sodo. La priorità per lui è vincere nel suo paese e non lavorare per il futuro. Con la sua filosofia si è imposto in campionato la scorsa stagione ed è già in testa in quello attuale, ma viene criticato proprio per la mancanza di visione a lungo termine”.

Mourinho teme il fondo sintetico.

“Credo che dopo l’esperienza di un anno fa in Norvegia non dovrebbe avere problemi. La Bolt Arena ha ospitato finali di coppa e gare delle nazionali femminili. È un impianto collaudato e di ottimo livello”.

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