Protocolli rigidi, niente abbracci, la Germania riparte col calcio: piccoli passi verso la normalità

Protocolli rigidi, niente abbracci, la Germania riparte col calcio: piccoli passi verso la normalità
di Alessandro Angeloni
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Sabato 16 Maggio 2020, 07:30
Ore 15,30, tutti davanti alla tv. C’è il tutto esaurito, si fa per dire, torna la Bundesliga: riparte la vita, riparte il calcio, o viceversa. L’ultimo atto visibile è datato 11 marzo, quando il mondo era diverso, il virus faceva solo le prove di annullamento del pianeta. Quel giorno si giocava al Borussia Park, in campo Mönchengladbach e il Colonia. Oggi si ricomincia con la giornata numero 26, il clou è a Dortmund, il derby della Ruhr, Borussia contro Schalke 04. Match che indossa il vestito dell’evento storico. Haaland è pronto, vediamo come sta e se, come dice Balotelli, è ancora in grado di stoppare un pallone. 
VIA LIBERA
La palla che torna a girare, a detta di molti, è una terapia. In Germania il primo test. Oggi con gli occhi del mondo puntati addosso. Tanti tifosi tedeschi, come un po’ in tutta Europa, non sono d’accordo, altri invece muoiono dalla curiosità. Sarà un calcio diverso, basti pensare che gli stadi tedeschi saranno occupati da sagome di cartone: foto di abbonati al posto degli abbonati. Tutto strano, ma meglio di niente. L’attesa sarà accompagnata dalla musica, così come ogni gol, sperando ce ne siano tanti. I tedeschi corrono contro corrente, sperando di non trovare intoppi, mentre dalle nostre parti si discute e basta. In Germania i calciatori sono consapevoli che, al momento, si dovranno calare in nuove abitudini, migliori o peggiori non lo sappiamo, lo scopriremo. Si torna a quando si andava in campo anche da noi, con le linee guida scritte su un protocollo di appena 35 pagine. Non la Divina Commedia, nulla che non si possa comprendere e applicare. Se si seguono al dettaglio le linee guida, tutto andrà bene, tanto per citare una frase di moda all’inizio della pandemia italiana. Saranno importanti, per mantenere la sicurezza, i comportamenti che devono adottare le squadre, dall’ingresso sul terreno di gioco, che dovrà essere separato come quello degli arbitri, fino all’atteggiamento da seguire con gli avversari, con i quali sono vietate strette di mano (comprese quelle con i direttori di gara). In campo non sono ammessi abbracci, ci si può toccare al massimo con gomiti e piedi ed è già un successo. Il pallone deve essere spesso sanificato, rasentando il maniacale. Niente gesti di consenso, tipo il cinque o le strette di mano tra compagni, non vedremo, come un tempo, passarsi la bottiglietta dell’acqua durante una pausa. Poi, e qui applausi, è vietato sputare. L’auspicio è che questa regola venga mantenuta ora e sempre, anche in assenza di Covid-19. Le panchine saranno più larghe, per mantenere meglio la distanza di sicurezza, per cui saranno mantenuti liberi 2-3 posti tra un giocatore e l’altro: previste seggioline aggiuntive con separé in plexiglas, che dovrà separare anche giornalista da giornalista (pochi, in tribuna) e giornalista da protagonista calciatore e/o allenatore. In panchina si sta con la maschera, solo l’allenatore può toglierla per dare indicazioni. Niente mascherine, invece, durante riscaldamento dei calciatori. Domanda semplice: ma a che servono tutte queste misure se poi in campo, il contatto fisico, è inevitabile e scontato? C’è un delegato all’igiene per ogni squadra, che dovrà farsi garante (previo tampone) della negatività di tutti i giocatori. In assenza di documentazione dettagliata, la partita non verrà giocata. Due curiosità: Fischer, tecnico dell’Union Berlino non sarà in panchina contro il Bayern Monaco per essere tornato in Svizzera abbandonando l’isolamento, ed Herrlich, allenatore dell’Ausburg, non potrà guidare la sua squadra contro il Wolfsburg per aver abbandonato momentanemante il ritiro: «Ero uscito a comprare un dentifricio. Ho sbagliato». Il virus, come ci ha ridotti.
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