Juve, Pirlo il maestro al primo esame ma rischia già la bocciatura

Juve, Pirlo il maestro al primo esame ma rischia già la bocciatura
di Alberto Mauro
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Giovedì 24 Dicembre 2020, 07:30

Tutto il meglio e il peggio di questa stagione si può condensare negli ultimi 180 minuti di campo. Dalle stelle di Parma agli abissi viola, un finale di 2020 da dimenticare in cui la Juventus si ritrova all’improvviso con un buco di 6 punti in classifica, tra il ricorso del Napoli (con partita rinviata “a data da destinarsi”, probabilmente a maggio) e il tonfo contro la Fiorentina. E’ un anno delicato da ogni punti di vista, in cui oltre ad assorbire l’impatto dell’emergenza sanitaria e dell’assenza del fattore Stadium, la Juventus deve gestire una transizione per nulla scontata, con un ricambio generazionale che ha coinvolto squadra, staff e panchina. Lo scudetto, obiettivo minimo della scorsa stagione, è diventata una rincorsa alle milanesi, e le poche certezze degli ultimi mesi arrivano da un girone di Champions dominato, col primo posto davanti al Barcellona e la vittoria quasi illusoria 3-0 al Camp Nou. Uno dei picchi stagionali più alti, ma come sempre isolato: la principale difficoltà di Pirlo infatti è la continuità di una squadra che ora come ora dà l’impressione di poter perdere, pareggiare o vincere tutte le partite. L’unica gioia del 2020 ad oggi è lo scudetto vinto quasi per inerzia e senza troppo entusiasmo da Sarri, esonerato dopo l’eliminazione in Champions agli ottavi contro il Lione. La scommessa Pirlo, al momento, si sta rivelando esattamente per quello che doveva essere. Un azzardo, ad alto coefficiente juventino ma con poca esperienza di campo (intesa come panchina), e se la sua vera Juve doveva vedersi a Natale, c’è ancora parecchia strada da fare.

Il 3-0 contro la Fiorentina squarcia quel velo di certezze tessuto faticosamente partita dopo partita, sul filo dell’equilibrio, del gioco, e soprattutto dei risultati. Probabilmente non era la vera Juve contro il Parma (una squadra in crisi e battuta anche dal Crotone) e nemmeno quella contro la Fiorentina, difficile in questo momento dire a che punto sia il gruppo allenato da Pirlo perché i segnali sono troppo controversi. Se il bilancio si traccia sulla base dei punti, allora la situazione è allarmante: dopo 14 giornate (con una partita da recuperare contro il Napoli) il ritardo in classifica è di 11 punti sulla Juve di Sarri, 13 su quella di Allegri 2018/2019. Mancano certezze a centrocampo, Dybala è un caso, e la difesa sbanda con 13 reti incassate in 13 gare. Lo stesso Pirlo a volte stupisce, e altre forza troppo la mano, sperimentando all’eccesso e alternando troppo assetto e uomini, alla ricerca della Juve che ha in testa ma che fatica a tradurre in campo. E dalla panchina incide poco: i cambi non fanno mai la differenza e quasi sempre indeboliscono l’11 iniziale. Per i processi è presto, ma non per i primi allarmi che devono sfociare in fame di rivincita e non in nervosismo. Il mea culpa social di Bonucci ha scatenato molti tifosi che vorrebbero rinunciasse alla fascia di capitano (orfana di Chiellini), mentre anche nei momenti critici Cristiano Ronaldo si dimostra leader e detta la linea per il 2021: “Abbiamo chiuso il 2020 con scarso rendimento e un risultato tutt’altro che accettabile, è stato un anno particolare ma non è una scusa. Alla fine festeggeremo ancora una volta con i nostri tifosi”.

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