Costacurta: «Mancini una mia idea? Sì, ma lui ha rigenerato una squadra appassita»

Costacurta: «Mancini una mia idea? Sì, ma lui ha rigenerato una squadra appassita»
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 20 Novembre 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 19:27

Non solo c’era, non solo ha contribuito, ha deciso: ha riportato Roberto Mancini in Italia, nell’Italia. Era il vicecommissario Figc Alessandro Costacurta, per tutti Billy. Da un’idea di, si dice in questi casi. E che idea. 
Bella intuizione la sua, no?
«Mancio era nella lista con Ancelotti e Conte».
E come andò?
«Incontrai in segreto Mancio in un hotel di Roma, era lì con lo Zenit. Gli spiegai il progetto. Carlo voleva allenare day by day, Antonio aveva problemi al Chelsea. Roby mi era sembrato entusiasta. Fabbricini, il commissario, era d’accordo. È stata una scelta condivisa».
Compito non facile, si diceva: l’Italia non aveva giocatori all’altezza.
«Era passato questo messaggio, è vero, ma io non ero d’accordo. La Nazionale era semplicemente appassita. A Roberto ho fatto rivedere la doppia sfida con la Svezia, si notava un gruppo impaurito, senza coraggio. Mancava la mentalità e lui l’ha portata. Poi ha dato qualità al gioco. Ora l’Italia può ambire a vincere. Ventura aveva fallito proprio in questo. Anche lui Chiellini, Jorginho, Bonucci e non solo, molti li vediamo anche adesso. È proprio cambiata la filosofia».
Mancio ha lanciato i giovani.
«Li ha visti da vicino, li ha studiati, ci ha parlato. Li ha convinti».
Zaniolo è il convocato che l’ha colpita di più?
«Ho un fratello che lavora nei settori giovanili e di Nicolò sentivo parlare da tanto tempo, ha avuto coraggio a chiamarlo quando ancora non aveva esordito. Mancio sa sempre dove andare a parare».
Qual è il giocatore da cui si aspetta di più?
«Chiesa. È fortissimo, può diventare una stella, il de Bruyne italiano».
Balotelli? 
«Penso sia chiusa la sua avventura. Di possibilità ne ha avute. È fuori dai radar ormai».
Resta, nella Nazionale, il problema del centravanti alla Lukaku.
«Penso che questa squadra non ne abbia davvero bisogno».
Immobile?
«Ciro è il giocatore che in questi anni ha fatto i maggiori passi avanti, forse questa Nazionale non è nelle sue corde: lui ha bisogno di spazi larghi, in azzurro lo spazio lo si occupa sempre e in avanti, con il gioco. Ciro migliorerà ancora e sarà protagonista in azzurro. Come Belotti».
Lei ha portato Mancini e poi è sparito, come mai?
«Era finito l’incarico e ho fatto altro, sto a Sky e mi diverto, frequento gente di alto spessore culturale. Certo, se qualcuno mi chiamerà, non nascondo che penserei a un ritorno. Ma non lo faranno».
Non c’è stato posto nemmeno nel Milan rinnovato?
«Mi hanno cercato mentre ero impegnato in Figc, il treno è passato».
Mancini è da blindare?
«Farei di tutto per trattenerlo. Al Mondiale andrà».
Si parla di un ritorno di Lippi come direttore tecnico. È compatibile con Mancini?
«Ma che vuol dire direttore tecnico? Se Lippi arriva per seguire il percorso al fianco del ct, è un conto; se invece deve interferire su una strada già tracciata, è un altro. Diciamo che a Roberto piace ascoltare, non eseguire».
Intanto lei commenta un campionato e una Champions molto malinconici. Una persona sensibile come lei, non può non farci caso.
«Io sono pragmatico, non sensibile. Quella del Covid è una situazione tragica, che durerà ancora a lungo. I calciatori hanno la fortuna di continuare a fare ciò che amano fare, tra mille sforzi e sacrifici. Io cerco di calarmi nella normalità, a volte mi dimentico del contorno. E penso che, nonostante tutto, il prodotto calcio, sia buono».
Lo scudetto è lotta per?
«Credo che Juve e Inter siano le più forti. Conte è uno dei migliori allenatori al mondo, Pirlo è un visionario».
Visionario?
«È uno che ha molte idee, punta su pochi calciatori fissi. Sperimenta, cambia, vedrete che farà strada. Sa come occupare i suoi spazi, come impadronirsene. Come quando faceva il calciatore».
La Lazio, come la vede?
«Una squadra di eroi».
E la Roma?
«Quei tre là davanti sono di un’altra categoria. Fonseca? Un bravo allenatore, uno che nel campionato italiano ci più stare. Non ci trovo cose particolarmente eccitanti, penso che le stelle siano altri. Per capirci: è al livello di Spalletti, non di Klopp».
E Gasperini?
«Fenomeno. È riuscito ad entusiasmare con una squadra normale, ottenendo ottimi risultati».

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