SGRAVI FISCALI
Il decreto stabilisce inoltre che gli allenamenti degli atleti impegnati in gare di qualificazione olimpica o in corsa per traguardi importanti (Mondiali o Europei) possano allenarsi ma solo previa certificazione del Coni. Per tutta la giornata di ieri il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora ha lavorato con il premier Giuseppe Conte e gli altri ministri per definire in maniera netta divieti e libertà per gli atleti agonisti. La parte che verrà modificata è quella relativa all’articolo 1 punto c in cui si evidenzierà che «sono sospesi altresì gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; resta comunque vietato anche all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, ovvero all’aperto senza la presenza di pubblico». Verranno invece consentiti, sempre e solo per gli atleti agonisti, gli allenamenti. Chiaramente a porte chiuse e nel pieno rispetto delle norme emanate dall’Oms. La spinta decisiva è arrivata ieri dopo una riunione al Coni tra il numero uno dello sport, Giovanni Malagò e le federazioni delle Federazioni degli sport di squadra per affrontare «un’emergenza per il Paese e per lo sport che non ha precedenti nella storia». Non tutti fisicamente presenti: alcuni sono intervenuti via Skype. Una riunione pacata e senza frizioni. Dove tutti si sono trovati d’accordo stabilendo all’unanimità che «tutte le decisioni prese dalle singole Federazioni sono da considerarsi corrette e nel pieno rispetto delle norme e delle leggi emanate e attualmente in vigore», di conseguenza sono state sospese «tutte le competizioni degli sport di squadra ad ogni livello fino al 3 aprile». Quello che verrà tradotto nero su bianco dal Dpcm che ieri da Palazzo H hanno richiesto a gran voce al ministro Spadafora. Ma lo sport chiede anche un piano di sostegno economico. Proprio per compensare «disagi ed emergenze che lo sport ha affrontato finora con responsabilità e senso del dovere». In particolare si chiede di agire come già fatto per le aziende delle zone rosse a cui sono state concesse una serie di agevolazioni e di degli sgravi fiscali.
NEL PALLONE
Oggi in via Allegri andrà in scena il Consiglio della Figc che ratificherà quanto stabilito dal Decreto. Di fatto per la serie A sarà una pausa solo due settimane visto che la sosta per le nazionali aiuta ad arrivare al 3 aprile. L’intervento del governo accontenta la Lega di A che aveva “preteso” l’intervento dell’Esecutivo per scampare in qualche modo al problema dei diritti tv che altrimenti non sarebbero stati versati. Uno scenario che avrebbe portato a problemi anche con gli stipendi dei giocatori. Tutto risolto? Nemmeno per idea perché nell’immediato ci sono le coppe europee da giocare: dove e come si disputeranno Inter-Getafe di giovedì e Juve-Lione di Champions in programma martedì prossimo? Resta il nodo. Potrebbero essere consentite ma la Uefa ipotizza anche la possibilità di giocare in campo neutro fuori dall’Italia. Restano altri quesiti: un conto è che lo stop resti al 3 aprile (2 giornate verrebbero recuperate annullando il mini ritiro dell’Italia del 24 maggio), ma se dovesse allungarsi? Come proseguire? In caso di stop il titolo non verrà assegnato e la classifica congelata come fu per la stagione 2004-05 di calciopoli. La sensazione però è che molto presto il problema diventi europeo e la palla dovrà necessariamente passare alla Uefa.
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