Brocchi, il gregario che sapeva vincere

Brocchi, il gregario che sapeva vincere
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Martedì 17 Dicembre 2013, 09:33 - Ultimo aggiornamento: 09:54
Dalla grinta in campo, con la soddisfazione di qualche trofeo, al coinvolgimento nella vicenda del calcioscommesse. Non è stato campione del mondo come Lele Oriali, ma Cristian Brocchi - indagato oggi dalla Procura di Cremona, nell'ambito dell'inchiesta sulle partite truccate - ha vissuto lo stesso una “vita da mediano”. E almeno dal punto di vista dei numeri ha vinto perfino più del celebrato idolo musicale di Luciano Ligabue: le statistiche parlano di 11 trofei, uno scudetto, tre coppe Italia, due Supercoppe italiane, due Champions League, una Coppa del mondo per club e due Supercoppe Uefa. Un bel “bottino” per un «grande guerriero» come Brocchi è stato ribattezzato dai suoi tifosi che lo hanno visto via via indossare maglie celebri e blasonate, di Inter, Milan, Fiorentina, Lazio. Dove ha incrociato compagni diventati amici oltre il calcio, Christian Vieri e Stefano Mauri, con i quali è stato spesso protagonista delle estati del gossip a Formentera. Con il compagno della Lazio era stata ascoltato già dalla Procura federale sul caso delle scommesse. Trentotto anni il prossimo gennaio, il milanese Cristian Brocchi ha passato metà della sua vita a rincorrere un pallone, spesso e volentieri nelle vesti di 'Gunda Din', un portatore d'acqua per i giocatori di maggior talento o per grandi numeri 10 con i quali ha avuto l'onore di giocare. Esordio tra i professionisti nel 1995 con la maglia della Pro Sesto, a dire la verità non proprio folgorante visto che a fine anno retrocede. Ma la stoffa (e la grinta soprattutto) c'è e nell'estate del 1998 Brocchi approda alla Serie B, sponda Verona, con Cesare Prandelli allenatore. È l'inizio di una bella carriera che lo porta nel 2000 a vestire la maglia dell'Inter, anche se la stagione scivola via tra molta panchina e poche partite giocate. Un rendimento così, così che però non scoraggia Adriano Galliani che a fine stagione lo scambia con Andrès Guglielminpietro. Sull'altra sponda del Naviglio per Brocchi inizia una nuova vita calcistica, anche se ancora da comprimario, riserva dei vari Pirlo, Gattuso e Seedorf. Ma in quel Milan stellare c'è spazio anche per il mediano di riserva che riesce a mettersi in bacheca tanti trofei. Nel 2005 passa in prestito alla Fiorentina, di nuovo sotto la guida di Prandelli, con la quale ottiene un brillante quarto posto, prima di rientrare alla base. Nell'estate 2008 viene ceduto a titolo definitivo alla Lazio e con i colori biancocelesti vince la Coppa Italia e, soprattutto, conquista con la sua grinta il cuore dei tifosi. La sua esperienza biancoceleste finisce a febbraio di quest'anno complice un brutto infortunio da cui però Brocchi non si riprende, tanto da costringerlo al ritiro dal calcio giocato dopo quasi 500 partite, coronate anche da una presenza con la Nazionale il 15 novembre 2006, a 30 anni, in occasione dell'amichevole Italia-Turchia.
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