Il nuovo cittì azzurro, accolto con grande entusiasmo, ha raccontato il suo sogno. «Vorrei partecipare alla sfilata delle Olimpiadi. Sandro Gamba e Achille Ganna mi hanno sempre raccontato quell’emozione. Mi piacerebbe da matti potervi garantire che andremo a Rio, ma questo non lo posso fare».
Parole sagge, attenzione estrema, voglia di Olimpiadi. «Il mio Roosevelt è alla mia sinistra - ha detto rivolgendosi al presidente della Federazione, Gianni Petrucci - io al massimo posso essere il vostro Winston Churchill e promettervi lacrime, sudore e sangue».
Dopo gli ultimi Europei è nata la sua candidatura. Con franchezza, Messina ha ricordato che «si sapeva, si sentiva nell’ambiente che c’erano differenti vedute tra Pianigiani (il cittì della nazionale) e Petrucci. Non pensavo, però, che la rottura arrivasse così presto. Se non mi avessero chiamato mi sarei offeso perché è come per i primari: servono i titoli e credevo di averli».
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