Roma-Milan, probabili formazioni: El Shaarawy ancora a destra, Pioli con Loftus-Cheek sulla trequarti

si riparte dal gol di Mancini, che ha deciso l’andata. Olimpico esaurito, De Rossi carica: «Noi inseguiamo la felicità»

Roma-Milan, probabili formazioni: El Shaarawy ancora a destra, Pioli con Loftus-Cheek sulla trequarti
di Alessandro Angeloni
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Giovedì 18 Aprile 2024, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Roma-Milan è un po’ tutto. Lì dentro c’è un pezzo di futuro di Daniele De Rossi, che non ne parla ma aspetta il rinnovo e i risultati, al momento, aiutano. Daniele è a caccia di un primato particolare, quello di uomo capace di raggiungere una semifinale europea da calciatore (Roma-Liverpool, Champions 2018) e da giocatore (se dovesse superare il Milan questa sera). C’è Romelu Lukaku, che aspetta il gol numero 300 in carriera e il sesto al Milan; c’è Paulo Dybala, che di certe notti è il guardiano, lui che quando ha la palla tra i piedi è una Joya per gli occhi. C’è anche Lorenzo Pellegrini, che rincorre la sua quinta semifinale europea, un qualcosa che non è accaduta a predecessori illustri come Totti e come mister De Rossi. C’è il Milan poi, che ha deluso ma non si è arreso per niente. E Pioli, che vuole restare aggrappato alla panchina rossonera, perché si sa, lui è (o era?) on fire. C’è una partita elegante, su un palcoscenico d’oro: all’Olimpico sarà record d’incasso da quando alla Roma sono arrivati i Friedkin, non in assoluto perché il top, oltre i cinque milioni, è stato raggiunto in quel 2018 contro il Liverpool. La storia dice che il Milan in Europa è dominante, la Roma si sta facendo largo, e forse tutto è cominciato dalla rimonta contro il Barça firmata Di Francesco. Sono quattro le semifinali raggiunte dalla Roma da lì a oggi: una con Eusebio, una con Paulo Fonseca e due con José Mourinho, con doppia finale annessa, di cui una, in Conference, vinta, e l’altra, in Europa League, per tutti, vinta dall’arbitro Taylor. Stasera, la Roma cerca la quinta semifinale (obiettivo anche di Lorenzo Pellegrini, presente nelle quattro precedenti occasioni) con il sogno di tornare a giocare la Champions, che porta prestigio e soldi. In De Rossi e Pioli c’è la voglia di emulare il ritmo, l’intensità, lo spettacolo di gol e giocate ammirato in questa due giorni di sogni e di Coppe dei Campioni, per la qualità generale ci dobbiamo riaggiornare: Roma e Milan non sono ancora a quei livelli, magari lo saranno. Stasera, un passo per entrambi.

IL RISULTATO AL PRIMO POSTO

C’è in ballo una qualificazione, i due allenatori dovranno mostrare tutto il loro coraggio e mentalità.

Il bello sarà una conseguenza. Tutto lo scenario è ben sintetizzato da De Rossi. «Il Milan è forte e ha dimostrato di esserlo più di noi negli ultimi anni ma la Roma ha messo in evidenza che non ci sta una differenza enorme. Da giocatore sono stato eliminato da squadre meno blasonate di noi e fatto il contrario. I numeri raccontano che loro sono stati superiori, la carriera di Pioli dice che lui è superiore a me e io lo rispetto. La sfida di andata, invece, sottolinea come il divario tra noi non sia gigante. Ce la giocheremo». Su che partita sta preparando, è chiaro: nessuna barricata. «Vogliamo. Se ci mettiamo a difendere, il loro gol arriverà. È chiaro che se all’ultimo minuto saremo zero a zero non giocheremo per segnare. Dobbiamo dosare bene quello che stiamo preparando, senza stravolgere la nostra mentalità. Liedholm diceva “li ho messi in campo benissimo poi si sono mossi ed è cambiato tutto”. Noi possiamo preparare delle cose e poi Pioli ne farà altre. Il Milan la vivrà come ultima spiaggia, noi non vogliamo che il sogno finisca. Inseguiamo la felicità».

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L’APPELLO

De Rossi, nella sua finora breve carriera, sta vivendo cose da allenatore navigato non solo sotto l’aspetto tecnico. Ad esempio a Udine è riuscito a gestire al meglio con l’arbitro Pairetto la questione Ndicka: la sua spinta a non proseguire il match è stata decisiva, ora serve una data per il proseguo del match e se la Roma passerà il turno in Europa League rischia di slittare oltre il pre stabilito 25 aprile. «Abbiamo ricevuto complimenti per una cosa normale. Se qualcuno ne vuole trarre un insegnamento significa che stiamo messi male. Penso e spero che qualsiasi allenatore avrebbe reagito come me. Qualsiasi giocatore si sarebbe irrigidito all’idea di giocare senza sapere se un tuo compagno ha preso una botta o come ci ha detto il ragazzo dell’ECG ha avuto un infarto. Quanto alla data, spero solo che per l’integrità del campionato non slitti alla fine. E che quindi non si crei un precedente». Discorso che vale anche per l’Atalanta.

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