Wierer la bella: «Ma io voglio parlare con le vittorie»

Wierer la bella: «Ma io voglio parlare con le vittorie»
di Mario Nicoliello
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Lunedì 25 Gennaio 2016, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 09:24
Col sorriso smagliante ti conquista, con la parlata semplice e diretta ti fa entrare nel suo mondo, con le vittorie avvicina gli italiani al biathlon. Benvenuti nella valle di “Doro”, dove i bambini crescono con gli sci stretti ai piedi e la carabina in spalla. Ad Anterselva, in Alto Adige, è nata e cresciuta Dorothea Wierer, la donna del momento del biathlon azzurro. Venticinque anni, una medaglia olimpica a Sochi, due iridate in staffetta, ma nessun successo fino all'anno scorso. Poi in primavera il matrimonio col tecnico regionale del fondo Stefano Corradini (col quale vive a Castello di Fiemme in Trentino) ha dato il via alla stagione dell'exploit: sei podi individuali (due storiche vittorie, due secondi e due terzi posti) e due in staffetta (un successo e un terzo posto) nel primo scorcio di Coppa. La crescita della Wierer è andata al di là delle aspettative: «Non potevo immaginare un inizio così. L'anno scorso avevo già fatto bene e non credevo di fare addirittura meglio». Qual è stato il segreto della crescita? «Sono maturata di testa, adesso sono più sicura di me e so che posso combattere per vincere. Conquistare la sfera di cristallo deve essere il mio obiettivo, anche se la concorrenza è molto agguerrita».

LA CONSACRAZIONE
Sulla pista dove è stata svezzata la Wierer si è confermata ad alti livelli: seconda nella sprint, terza nell'inseguimento e quarta in staffetta con tanto di rimonta in ultima frazione. «Non è stato facile, perché in queste notti non ho praticamente dormito dal nervosismo. Gareggiare davanti ai miei tifosi mi ha messo alla prova», racconta. A proposito di tifosi, la Wierer è seguitissima all'estero («Soprattutto Russia, Norvegia, Germania»), ma nel week-end sugli spalti gremiti della Sud Tirol Arena (65.000 spettatori in quattro giorni, record per un evento di Coppa del mondo invernale sul suolo italico), le urla sono rimbombate anche in italiano: «Me ne sono accorta e sono rimasta contenta. Nelle ultime settimane ho ricevuto tante richieste di autografi e numerosi incitamenti sui social da gente che lo scorso anno non sapeva cosa fosse il biathlon. Sono felice di far conoscere questo bellissimo sport al pubblico italiano».
Già, perché nel nostro Paese il biathlon è stato sempre uno sport di nicchia, con un seguito limitato ad alcune regioni. L'avvento di “Doro” ha mescolato le carte in tavola e dagli accenti percepiti nel week-end a bordo pista l'operazione sembra riuscita.

ASSALTO MEDIATICO
Oltre che con gli sci ai piedi la Wierer è un personaggio anche fuori dal biathlon: la sua bellezza non passa inosservata e così, oltre alle continue richieste di fotografie da parte dei fan, l'anno scorso ne ha ricevuta una anche dalla rivista Playboy. Con la sua semplicità la Wierer ha però gentilmente rifiutato: «Le attenzioni esterne mi fanno piacere, ma preferisco che si parli di me per i risultati che porto a casa. Il mio mestiere è essere un'atleta».
Seguendo l'esempio dei fratelli, l'altoatesina ha allacciato per la prima volta gli sci da gara a 10 anni, ha studiato al Liceo sportivo di Malles e già da junior ha sfoderato il suo talento vincendo 3 ori mondiali. Poi il passaggio tra i grandi è stato traumatico: «I risultati non arrivavano perché non mi allenavo tanto, quando ho cominciato a darci dentro la mia carriera è svoltata».
In pista si definisce «una pigra, perché non mi piacciono le lunghe distanze, preferisco le sprint», fuori dal biathlon si considera «una pazza, perché adoro le cose stravaganti»: ad accomunare le due figure è l'allegria, sul viso della Wierer compare infatti sempre il sorriso. Dorothea considera la testardaggine il suo più grande pregio, mentre l'impazienza è un suo difetto. Ama le feste con gli amici, ma per staccare si rifugia a casa a fare l'uncinetto: «Prima avevo più tempo, ora le richieste di interviste sono continue e quindi lo spazio per gli hobby è limitato».

TESTA A OSLO
Il momento clou della stagione saranno i Mondiali di Oslo a marzo: «È ancora presto non ci penso. Ora voglio riposare tre giorni a casa, poi fare la valigia e partire per il Nord America dove ci saranno due tappe di Coppa». A undici prove dalla conclusione l'azzurra è terza nella generale, 115 punti alle spalle della ceca Gabriela Soukalova e a 27 lunghezze dalla francese Marie Dorin Habert: «È una situazione nuova per me, non mi era mai capitata di essere così in alto. Il distacco è però abbastanza netto, se le altre non sbagliano sarà dura». Per festeggiare la Wierer è giunto anche il presidente del Coni Giovanni Malagò: «L'atmosfera di Anterselva è incredibile e difficilmente raccontabile finché non la si vive in prima persona. La Wierer sta facendo una stagione esaltante. È una ragazza positiva, gentile e affettuosa, un personaggio solare dello sport italiano”.
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