I quali atleti, ieri, hanno scritto una lettera alla Federatletica mondiale chiedendo di consentire loro la partecipazione ai Giochi di Rio. «Vi esortiamo a non punire coloro che sono completamente innocenti e che non hanno ami avuto alcun problema con i controlli antidoping», hanno scritto aggiungendo di non essere privati del sogno olimpico.
Il ritorno alla normalità appare faticoso dopo le grandi accuse emerse dal report della Wada. Nelle pagine del lavoro portato da termine da Dick Pound ci sono molte testimonianze che sono autentiche accuse di quello che viene definito doping di Stato. Tra queste accuse c'è quella di Yulia Stepanova e suo marito Vitaliy. Lei, specialista degli 800 metri e suo marito, funzionario dell'Agenzia antidoping russa (la Rusada), sono in Canada e un deputato della Duma, Igor Ananskikh, ha riferito che la coppia ha chiesto asilo politico a quel Paese. Da Mosca la politica fa sapere che tutto era stato premeditato.
Nel tentativo di voltare pagina ci mette la faccia anche Yelena Isinbayeva. La zarina dell'asta che ha ripreso ad allenarsi dopo la maternità ha detto che subito dopo le Olimpiadi è pronta a farsi avanti per la presidenza della Federazione. Che, intanto, presto avrà un presidente nuovo.