Paralimpiadi, Parsons elogia il modello italiano: «Così i ragazzi vengono ispirati. Ecco il nostro piano crescita»

Paralimpiadi, Parsons elogia il modello italiano: «Così i ragazzi vengono ispirati. Ecco il nostro piano crescita»
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Mercoledì 28 Settembre 2022, 18:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 15:28

La visita di Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, a Roma è stata l'occasione per tracciare un bilancio sul momento del movimento sportivo. Il dirigente brasiliano si trova nella Capitale in vista dell'incontro di venerdì con Papa Francesco nell’evento “Sport for all”, a cui prenderà parte assieme al numero uno del CIO Thomas Bach e alle altre autorità sportive.

Quest'oggi nella sede del Comitato Italiano Paralimpico, seduto al fianco del presidente del CIP Luca Pancalli,  ha preannunciato nuove riforme: "Stiamo lavorando insieme al CIO per il cambiamento, ci sono tante cose che stanno bollendo in pentola dalla riduzione dei costi dei Giochi fino all'ottimizzazione dei luoghi dove si svolgono le gare, non pensiamo all'introduzione di nuovi sport nei Giochi estivi e invernali, quanto piuttosto a una crescita controllata del numero degli atleti: nelle Paralimpiadi invernali al momento siamo a 660 e c'è più spazio di crescita, mentre in quelle estive siamo a 4.350 ed è stato forse raggiunto il picco" ha spiegato Parsons elogiando anche il lavoro italiano. Dopo Tokyo il paralimpismo in Italia ha raggiunto i migliori risultati tanto da parlare di  "modello Pancalli, incredibilmente efficace e a beneficio non solo del medagliere e degli atleti ma dell'intero settore, che sta ispirando generazioni di giovani ragazzi con disabilità e di cittadini italiani".

Da qui la richiesta al nuovo governo italiano "che capisca quanto c’è in gioco con le Paralimpiadi di Milano-Cortina e non solo". Convinzione condivisa anche con Luca Pancalli: "Con l'Olimpiade invernale italiana possiamo cogliere l'occasione di rendere sempre più attrattivo il movimento".

Nuovo pubblico

L'obiettivo, per Parsons resta quello di attirare sempre più pubblico agli eventi paralimpici: "Vogliamo espandere e allargare il movimento anche a nuovi mercati, partendo da Europa e Usa fino ad America Latina e Oceania". E infine uno sguardo all'equilibrio di genere, il cosiddetto '50-50 gender balance': "Non ci siamo ancora, ma agli ultimi Giochi estivi abbiamo raggiunto il 42,5% di atlete. Un primo risultato che non è stato però ancora eguagliato in quelli invernali e che per noi rappresenta una priorità".

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