Pallanuoto, Italia campione del mondo: Spagna battuta 10-5. Festa azzurra in piscina

Pallanuoto, Italia campione del mondo: Spagna battuta 10-5. Festa azzurra in piscina
di Piero Mei
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Sabato 27 Luglio 2019, 11:51 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 18:55

“Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo” direbbe quello che raccontasse in viva voce la meraviglia di questa quarta medaglia d’oro dei ragazzi del Settebello, i sette uomini d’oro che in realtà sono 13 perché se c’è una squadra che fa gruppo è questa (citiamoli:  Del Lungo, Di Fulvio, Luongo, Figlioli, Di Somma, Velotto, Renzuto Iodice, Echenique, Figari, Bodegas, Aicardi, Dolce, Nicosia), e l’oro è inciso da un orafo straordinario, il commissario tecnico Alessandro Campagna, che è al suo secondo da coach e uno ne vinse in vasca. Dov’è finito anche oggi, ma a partita finita, per quel festeggiamento speciale che spegne i fuochi d’artificio della pallanuoto e del Settebello che è bello quando è bello. Ed è stato bellissimo. Come canta chiaramente il risultato di 10 a 5 sulla Spagna. Un doppiaggio di quelli che lasciano l’avversario senza fiato. E senza scampo.

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QUEL RIGORE
E così è rimasta la Spagna allo scoccare del primo quarto. Si era sul 2 a 2, botta e risposta fra Italia e Spagna (Luongo ed Echenique, l’ex spagnolo che ha ben scelto la patria vincente, per gli azzurri).  E’ stato in quel momento che, sull’ennesima superiorità numerica concessa agli spagnoli, alla fine sarebbero state 14, quasi il triplo di quelle assegnate all’Italia, è stato pure fischiato un rigore.

Di fronte a Marco Del Lungo, superportiere, si è presentato Barroso. Mancavano 23 secondi alla fine del tempo. Del Lungo ha parato, la Spagna si è dissolta.

A COLPI DI TRE
I successivi due tempi sono iniziati ciascuno con un break di 3 a 0 per il Settebello. Che, direbbe qualcuno, “indovinava” tutto. In realtà non indovinava nulla, perché niente era stato lasciato al caso. Né la crescita di forma fisica con il dipanarsi del torneo, per arrivare al top proprio oggi; né le disposizioni tattiche che venivano puntualmente eseguite. La difesa si faceva impenetrabile, una volta che veniva bloccato quel gran giocatore che è lo spagnolo Perrone, giudicato fra i più forti del mondo. Gli spagnoli non riuscivano più a tirare e quando ci riuscivano c’era Del Lungo. “Poteva pure finire 10 a 2” dichiarerà Campagna, zuppo dal tuffo in piscina di prammatica e di piacere.

S’erano visti gesti d’autore, senza andare appresso al tabellino arido: certi tiri di Figlioli (uno a segno, uno trema ancora la traversa), i due gol di Dolce e quelli di Luongo, quelli di Bodegas e di Echenique, due “stranieri” che hanno sposato la bellezza del Belpaese e del Settebello, le reti di Renzuto Iodice, di Aicardi e di Di Fulvio, per non trascurare nessuno dei 10 e lode…

CERIMONIALE INFRANTO
Ma si può volerne a dei giovani uomini, tutti degli Anni Novanta se, una volta avuta al collo la medaglia d’oro, guardano ancora quell’acqua che non dimenticheranno mai e decidono di concedersi di nuovo al suo abbraccio e di dargli il loro. Giù dal podio e tutti (o quasi) in acqua, prima dell’inno. In tribuna ad applaudire i nuotatori tutti o quasi, tranne quelli impegnati nell’immediata vicinanza oraria. L’Italia è unita almeno nello sport, almeno negli sport dell’acqua.

PARTITA PERFETTA
E’ la tesi di Campagna, ma non è solo: è la tesi di tutti. Dai ragazzi ai cantanti il classico “po-popopo-po” che ormai accompagna i successi azzurri. “Una partita perfetta, nella giornata perfetta, in una finale mondiale. Sono un allenatore fortunato: quando i ragazzi fanno tutto quello che abbiamo preparato… Mi piace la consapevolezza di saper soffrire; servirà a gestire la tensione l’anno prossimo”. L’anno olimpico. “Tutti i miei compagni di viaggio sono stati perfetti”. Il presidente Barelli è lì vicino, Campagna ringrazia anche lui: “E’ ‘colpa’ sua: non è un caso se in acqua vinciamo in tutte le discipline”. E Barelli ci tiene a sottolineare anche l’importanza delle società (“nuotare costa: ci vogliono l’acqua calda e le piscine” e lo spirito di squadra di tutti gli atleti d’acqua, a qualunque disciplina appartengano. Sventolano baniere i nuotatori in tribuna.

L’INDICAZIONE
“L’avevo detto alla vigilia: bisogna essere disciplinati tatticamente e liberi di testa. Il girone iniziae ci ha visto un po’ imbastarditi. Ma dopo la partita con la Germania li ho portati ad allenarsi in una piscina nel silenzio tombale. E così siamo ripartiti verso questa difesa asemplare e aggressiva, verso questo ritmo eccezionale”. Aveva detto: possibilità? 51 a 49 per loro. E’ stato 10 a 5 per l’Italia. E’ l’unica cosa in cui Campagna ha sbagliato… Scaramanzia, s’intende.




 

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