Dettori, l'addio è rimandato. Nel mirino il Kentucky Derby e non solo: «Voglio correre in Arabia»

Il fantino ha anche aperto a una nuova partecipazione al Royal Ascot

Dettori, l'addio è rimandato. Nel mirino il Kentucky Derby e non solo: «Voglio correre in Arabia»
di Piero Mei
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Sabato 14 Ottobre 2023, 17:26

“Frankie goes to Hollywood” era (ed è, dopo la reunion avvenuta a 36 anni di distanza dall’ultima esibizione) il nome che si dettero cinque ragazzi di Liverpool, uno più dei Beatles, quando irruppero sulla scena del post-punk nel 1980 cantando e suonando il brano “Relax”, anni Ottanta. Lo presero dalla prima pubblicità che annunciava il debutto cinematografico di Frank Sinatra: era lui, “The Voice”, il Frankie che andava a Hollywood.
Anche il nostro Frankie, il campione dei fantini Lanfranco Dettori, ci va. Lo ha dichiarato al “Racing Post”, la Bibbia del cavallaro, il giornale che pure la Regina Elisabetta apriva con la colazione del mattino, prima ancora della scatola rossa che conteneva i documenti di governo destinati all’assenso reale o alla sovrana informazione; una corsa di purosangue a Redcar era più interessante di una decisione di Boris Johnson: c’è da capirla.

Dettori, altro trionfo a Newmarket: ora l'ultima corsa inglese ad Ascot

Dettori ha detto che il suo “farewell tour”, l’addio in giro per il mondo, non si concluderà nell’inverno in California, ma «potrebbe durare altri tre mesi o altri tre anni».

Ora il nostro Frankie ha in animo una vita da freelance da quelle parti, un po’ come Harry e Meghan, ma non con il loro regale sdegno: Dettori non è “Spare”, la ruota di scorta. Lui è il motore. «I figli sono sistemati, la casa di Newmarket è affittata, l’annata che credevo si concludesse in un lungo tramonto è stata invece di successo» ha detto, alludendo ai trionfi in sella nel 2023. Un’ottima annata. La voglia di vincere è sempre la stessa, la capacità di farlo pure. «Non farò lo yoyò fra l’America e l’Europa: ma se ci sarà la possibilità andrò a correre in Dubai o in Arabia Saudita». La via di CR7 e di Roberto Mancini: la seta 2.0 non è costruita su trame di filo ma su bonifici, e il Milione alla Marco Polo non si trova in Cina, ma prima.

 

Tornerà per il Royal Ascot? A domanda risponde «nì», che è più vicino a un sì che a un no. I bookmakers già accettano scommesse: danno il positivo a uno striminzito 2 contro 1. Per adesso ha messo nel mirino il Kentucky Derby, la corsa più importante d’America: si corre ogni anno il primo sabato di maggio. «Spero di trovare una monta da qui ad allora: per questo vado lì, avrò la mia sede a Santa Anita». La sua vittoria in questa gara è offerta a 16 contro 1. Per uno che resta, uno che va nel mondo delle corse: questi è un cavallo. È Ace Impact, l’imbattuto vincitore dell’Arc: non correrà più, pure se ha solo tre anni. Sarà un pagatissimo toy boy destinato a riprodurre campioni. «Era un extraterrestre» ha detto il suo partner Cristian Demuro, il Frankie di domani. A proposito: domani Dettori sarà a San Siro. Lo aspettano più applausi dei fischietti in attesa di Lukaku… Oltre tutto c’è una specie di incrocio sentimentale: Frankie sarà impegnato nel Premio del Jockey Club in sella a Tempesti e indossando la più gloriosa delle giubbe, quella che fu di Ribot ed è di Dormello, croce di Sant’Andrea rossa in campo bianco.

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