Atletica, i nuovi campioni dell'Italia di oggi: Tortu, Folorunso e Chiappinelli

Atletica, i nuovi campioni dell'Italia di oggi: Tortu, Folorunso e Chiappinelli
di Piero Mei
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Sabato 5 Agosto 2017, 18:09 - Ultimo aggiornamento: 19:29
Tortu ha ragione. Filippo Tortu, la grande speranza dello sprint italiano, ed anche di quello bianco europeo contro il tracimare di neri da ogni latitudine (c’è solo un bianco nella storia andato sotto i 10 secondi nei 100 metri, il francese Lemaitre), pensa che per qualificarsi alla finale dei 200 metri, orfani di Bolt e in programma come batterie lunedì, bisognerà “fare 20.10”. Il suo personale è di 20.34, la sera del Golden Gala all’Olimpico romano. Ma il ragazzo è del ‘98 e dunque ha larghi margini di miglioramento, come ha mostrato di recente vincendo l’oro dei 100 agli Europei juniores. E’ anche fresco di maturità, scientifica: ha fatto il tema sull’uomo e la natura ed ha chiuso con il voto di 70. Meglio di lui, stesso tema, ha fatto Yohanes Chiappinelli, nato ad Addis Abeba e adottato da una famiglia senese, e di fatti la cadenza è toscana. Chiappinelli, che correrà domani le batterie dei 3000 siepi, il territorio antico di Scartezzini, Lambruschini e Panetta, ha preso il voto di 84. Anche Chiappinelli è campione europeo, come pure Ayomide Folorunso, classe ‘96, nativa nigeriana, in Italia da bambina, gara i 400 ostacoli.

LA NUOVA ITALIA
E’ la nuova Italia che si presenta alla ribalta mondiale; nuova in senso anagrafico, sono tutti giovanissimi, ma nuova anche come struttura, essendo l’Italia multietnica dei nostri tempi, quella che l’atletica, e altri sport, sanno cogliere ed accogliere molto prima e meglio di quanto non avvenga in altri campi. Lo sport, come si sa, è strumento di sicura tolleranza e i beceri cori degli stadi più che una prova di razzismo sono una prova si stupidità tifosa. Dice Chiappinelli di non aver mai avuto problemi per l’argomento, mai bullizzato, e lo stesso sostiene la sorridente Folorunso, che sta a Fidenza e racconta che “la mamma sì qualche problema l’ha avuto sul lavoro, ma io mai”. Anche la Folorunso si avventura, a richiesta, su previsioni: “per la finale ci vuole un 54 secco”, cioè 54.00. E il suo tempo? “Ho un personale di 55.50” sorride.

TORTU E BOLT
“Andrò stasera a vedere la finale di Bolt: non l’ho mai visto correre e mi dispiace; del resto mi dispiace pure non averci mai corso contro” dice Filippo che non ha ancora scelto, per il futuro, fra i 100 ed i 200 anche se si sente “più portato per i 200”; ma, aggiunge, “l’importante è correre”. Ha visto le batterie e fa un nome per il titolo: “Scontato, ma lo faccio ugualmente: Bolt”: Stasera sapremo se anche qui Tortu ha ragione.

PAROLE DI RAGAZZI
“C’è sempre da migliorare e sono qui per questo, per fortuna; imparo qualcosa di più ogni volta” dice la Folorunso che spera nel personale; anche Tortu lo spera, “ma parlerà il cronometro”; per Chiappinelli “questo sarà un tassello in più: sono felice di quel che ho fatto ma mi piace ‘sta cosa di stare al mondiale”.
I ragazzi si prendono la responsabilità di una nuova atletica italiana: “E’ un bel segnale” dice lei. Tortu sui blocchi criticati da Bolt dice che non li ha visti. Sono sembrati “piccoli, storti e di alluminio sottile”, gli dicono. Ma non sono particolari che spaventano più di tanto il maturo Filippo.
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