Andrew Howe punta le Olimpiadi
«Due anni di corsa fino a Rio 2016»

Andrew Howe punta le Olimpiadi «Due anni di corsa fino a Rio 2016»
di Carlo Santi
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Martedì 5 Agosto 2014, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 14:30
Andrew Howe esce deluso dal meeting della Valsugana: domenica pomeriggio a Pergine l’azzurro ha corso i 200 metri in 21 secondi netti finendo alle spalle di Demonte, primo con 20.85.





Una prestazione insufficiente quella di Howe che a caldo ha sbottato: «Che ci vado a fare a Zurigo agli Europei?». Ieri Andrew era già in viaggio per Formia, sede dell’ultimo raduno pre-Europei che cominciano la settimana prossima: la testa è proiettata al futuro e lui ha bisogno di ritrovare se stesso anche se a Zurigo l’aviere ci sarà, almeno per correre la staffetta.



Come sta adesso, Andrew?

«Arrabbiatino. Dopo la prova di Pergine non può andare bene».



Qual è la condizione attuale? Perché è andato così male, al di là del cronometro, a Pergine?

«La situazione è particolare. Ora devo parlare con il cittì (Massimo Magnani, ndr) e sentire cosa pensa e cosa ha bisogno la nazionale».



Lei è pronto per gareggiare a Zurigo?

«Credo di poter dare una mano alla staffetta, alla 4x400 metri sia chiaro. Adesso continuo ad allenarmi. Lascerei stare la gara individuale».



E se il cittì le chiedesse di correre i 200 metri, cosa farà?

«Se mi chiede di correre, corro. Ma lo farei senza alcuna prospettiva particolare, senza credere di poter raggiungere il vertice. Sarebbe una gara in più nel percorso di ripresa progettato quest’anno. L’obiettivo reale, adesso, è la 4x400 metri».



Torniamo alla gara di Pergine. Ci si aspettava un risultato intorno ai 20.50. Invece...

«Pensavo di reagire in maniera diversa. Ho rivisto la gara: i primi cento metri non li ho corsi. È stato come al Golden Gala, ma in peggio. Tutto male, frequenze e sensazioni. Non mi sento me stesso, mi manca la sicurezza. Ho bisogno di lavoro».



Dopo Zurigo ci sono le ultime gare della stagione. Qual è il suo programma?

«Mi piacerebbe tornare a saltare. Il lungo è la gara che mi piace e dove ho la possibilità di poter prendere quella medaglia che inseguo. Di certo prima di ottobre farò un 200 dove cercherò di dare il massimo».



Il 2014 doveva essere un anno di transizione, vero?

«Il progetto era di disputare otto-nove gare per capire la condizione fisica e preparare le prossime due stagioni. Sono sincero: pensavo di fare di più. In allenamento ci sono, poi la gara è un’altra cosa, tutto diventa diverso. Dopo gli Europei cercherò di chiudere il 2014 nel miglior modo possibile».



Lei pensa già al futuro, che vuole dire 2015 con i Mondiali ma soprattutto 2016 con l’appuntamento olimpico a Rio.

«Voglio ripartire in grande. Il mio desiderio? Fare due anni da atleta con la A maiuscola. Sono pronto per ricominciare e presentarmi a Rio al top».



Il primo passo quale sarà?

«A ottobre vorrei partire, Stati Uniti o Australia, per allenarmi per due o tre mesi lontano da qui, per un’esperienza nuova. Voglio fare sul serio, concentrato sull’atletica».



È pronto anche a lasciare Rieti e trasferirsi per lunghi periodi a Formia, due settimane al mese nel 2015 e tre in vista delle Olimpiadi nella stagione successiva?

«Sono pronto. A Formia si può lavorare bene e ci andrò volentieri. Per un salto super a Rio non lascerò nulla di intentato».
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