Rai, lo sfogo di Fazio: «Mai tante ingerenze da parte della politica» `

Rai, lo sfogo di Fazio: «Mai tante ingerenze da parte della politica» `
di Stefania piras
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Domenica 7 Maggio 2017, 12:27 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 09:13
Se prima erano rimaste confinate nei retroscena, le tensioni in Rai, ieri, sono esplose in chiaro sulle poltrone del palco del festival della tv di Dogliani. «Sei eroico». «Sei un patrimonio dell'azienda». A esprimersi solidarietà reciproca e quindi a saldarsi in un unico, e chissà da quanto represso, rigurgito liberatorio contro «l'ingerenza politica sulla tv pubblica», condiviso poi a quattr'occhi, sono stati Fabio Fazio e Antonio Campo Dall'Orto.

GESTIONE
Per il conduttore di Che tempo che fa quell'ingerenza non è mai stata così forte come oggi: «Parlo di gestione dell'azienda, tetto pubblicità, compensi. Non c'è azienda al mondo che possa reggere sul mercato con qualcuno che da fuori detta regole e mette paletti». E Fazio ce l'ha - rivelano nella sua redazione - proprio con i dem renziani. «Non vorrei essere un dirigente Rai - dice in un altro passaggio - che ogni giorno, ripeto, si sente dire da fuori cosa può o non può fare». Uno dopo l'altro, affronta tutti i temi che spettano al consiglio di amministrazione e alla vigilanza Rai: dal tetto di 240 mila euro ai mega stipendi (una narrazione deleteria per Fazio che non vuole sentirsi «solo un costo» e che ha denunciato di essere stato insultato «Prendi troppi soldi» fuori dalla scuola dei figli) ai primi utilizzi, vietati ma necessari secondo lui quando il servizio pubblico «deve poter dedicare del tempo a costruire un programma e poter assumere dei giovani con nuove competenze». «Uno scivolone, una caduta di stile, un autogol. Non saprei in che altro modo definire la dichiarazione di Fazio. Con che faccia si possono sostenere quelle cose?», reagisce duro Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai ma soprattutto portavoce renziano, che ricorda: «E l'editto bulgaro? La stagione delle telefonate in diretta da Santoro? L'epurazione di Biagi? Tutto dimenticato perché viene toccato il suo mega stipendio?». In realtà, assicurano a viale Mazzini, Fazio sarebbe comunque fuori dal tetto dei 240mila euro, e comunque di un suo rinnovo in azienda non parla più da un pezzo: starebbe trattando già con La7 e con Discovery. Il cedimento di Fazio alla concorrenza è direttamente proporzionale agli attriti con l'ex premier Renzi che più di una volta aveva storto il naso di fronte al nuovo corso di Rai tre. Il climax è stato raggiunto quando Andrea Orlando, alla vigilia delle primarie, era stato invitato in trasmissione. L'attuale segretario Pd era già intervenuto, ma i suoi l'hanno egualmente letto come una provocazione bella e buona, sparanzo a zero su Fazio. Ma lo stesso Campo Dall'Orto da Dogliani si è tolto parecchi sassi dalle scarpe: «Soffro quotidianamente», dice, rivelando un'osmosi politica mai riuscita con la Rai dove pensava di poter vestire la casacca del manager a tutto tondo (ha sottolineato gli ottimi risultati d'ascolto ottenuti dall'azienda sotto la sua gestione) e chiudere, e buttare la chiave, con l'epoca del direttore in grisaglia eterodiretto dalle forze politiche. Non a caso ieri Campo ha criticato la resilienza di cui è imbevuta la Rai: «La resistenza a fare le cose in maniera diversa da come si sono fatte in passato» e ha messo l'accento sulla «libertà d'impresa». «Dobbiamo chiarire - ha detto ponendo una domanda non retorica in Rai - generiamo valore? Io dico di sì - e qui parte l'abbraccio ideale con il conduttore della terza rete - Fabio è patrimonio Rai». Dopo le rispettive interviste si sono parlati in un lungo faccia a faccia nel retropalco. Campo dall'Orto ha anche annunciato che «Il Cda Rai dovrà approvare la policy per il perimetro dei compensi agli artisti entro il 2 giugno, poi chiuderemo i palinsesti». Prima però c'è il Cda del 22 maggio, che dopo queste interviste potrebbe accelerare lo show down.