Scala, il sovrintendente Pereira: «Non abbiamo uguali nel mondo»

Una scena di "Andrea Chénier"
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Venerdì 8 Dicembre 2017, 17:49
Gli oltre due milioni di spettatori che il 7 dicembre hanno seguito in diretta su Rai1 l'Andrea Chénier, che ha inaugurato la stagione della Scala sono «la prova che la musica classica non sta dormendo, è viva». Il sovrintendente del teatro più famoso del mondo ne è talmente sicuro che il prossimo anno non lo preoccupa aprire con Attila, considerata un'opera minore di Verdi.

«Credo che sarà molto interessante per il pubblico - ha spiegato -, è un titolo non facile da vedere». Non è preoccupato nemmeno il direttore generale della Rai Mario Orfeo, che festeggia i dati auditel. «Voi eravate spaventati dallo Chénier, io ero sicuro andasse bene perché il coraggio - ha osservato - viene sempre premiato». E quindi anche il prossimo anno spera «di rivedere su Rai1 una grande opera».

Non solo la Rai intende continuare la collaborazione con la Scala ma di allargarla ad altri «grandi teatri e festival» come Spoleto e l'Opera di Roma. «Più cultura fa bene al servizio pubblico e porta risultati» anche in termine di ascolti. L'11,1% di share, con 11 milioni di contatti è un dato inferiore a quello dell'anno scorso ma comunque sorprendente considerato che l'opera verista di Umberto Giordano è molto meno conosciuta di Madama Butterfly.
«Faremo in altre aperture titoli più usuali» ha assicurato Pereira, spiegando che Attila (con pare la regia di Davide
Livermore e nel cast Ildar Abdrazakov) è la seconda opera, dopo Giovanna d'Arco, di una trilogia che si concluderà con Macbeth.

«Sono molto soddisfatto di questo Chénier - ha aggiunto - Abbiamo puntato su quest'opera convinti che sia un titolo
importante per Milano». Il maestro Riccardo Chailly si è messo «in prima fila» lavorando con i cantanti e in particolare con il tenore. «Ha portato un artista con grandi possibilità a un livello molto alto. È una cosa molto bella - secondo Pereira - una scommessa che abbiamo vinto». Una scommessa vinta anche l'aumento dei prezzi per il 7 dicembre, che ha portato l'incasso a oltre 2 milioni 400 mila euro, cioè quasi mezzo milione in più dell'anno scorso.

Non è però il momento di sedersi sugli allori: «ogni anno facciamo 15 opere, 15 bambini che adoro. In questa stagione ci sono Il pipistrello di Strauss e Fierrebras di Schubert, mai eseguite qui, che sono sogni che ho realizzato. D'altronde questa professione vive di sogni». «Essendo il teatro più famoso del mondo ha la potenzialità più grande di nervosismo e il sovrintendente deve dare tranquillità. Se ci riesco - ha concluso - la Scala non ha eguali nel mondo».







 
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