McVicar alla regia e Mariotti sul podio, canta il soprano Oropesa: al Teatro
alla Scala tornano i “Masnadieri”

Il soprano Lisette Oropesa al debutto scaligero
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Mercoledì 12 Giugno 2019, 20:30
Torna alla Scala (dal 18 giugno al 7 luglio) per la quarta volta da quando fu composta I Masnadieri opera ambientata fra violenti criminali che potrebbe essere definita la Gomorra di Giuseppe Verdi, una delle sue opere meno rappresentate per le difficoltà che comporta, ma che regala una musica che è «pura energia» come l'ha definita il regista David McVicar, nominato baronetto nel 2012 dalla regina Elisabetta per i suoi servizi alla lirica.

Le principali difficoltà dei
Masnadieri derivano dal libretto - ripreso dal dramma di Schiller di Raeuben - che presenta delle oggettive incongruenze a partire dalla fine, in cui Carlo - diventato capo dei malviventi fra cui si è rifugiato pensando erroneamente che il padre volesse assassinarlo - uccide la sua amata Amalia, che giura di amarlo anche se è un criminale, perché non vuole trascinarla nel disonore.

«Rimettere in scena i Masnadieri - ha spiegato il regista - è un esercizio valido. Ho cercato di contestualizzarlo, di inserirlo in un contesto per far emergere quello che ancora vale la pena di mettere in scena». A partire appunto dalla musica di un «dramma fangoso, scuro, dove regna la menzogna» ha sottolineato Michele Mariotti, che dirige l'opera alla Scala e la dirigerà anche nella tournée in Finlandia di luglio, quando l'opera sarà eseguita al festival di Savonlinna.

Il lavoro fatto da regista e direttore è stato quello di dar vita ai singoli personaggi invitando gli interpreti «a cantare le frasi e non le note», sottolineando le emozioni. E il risultato, ha assicurato il tenore Fabio Sartori (che ha il ruolo del protagonista Carlo), «sarà una sorpresa un po' per tutti».

Rispetto ai compositori precedenti come Rossini o Bellini «Verdi - ha aggiunto il basso Michele Pertusi (Massimiliano) - mette subito in chiaro che lui entra nel dramma, con la sua musica evoca il sentimento dei personaggi e qui è molto evidente.
Ogni scena ha una scrittura diversa». Anche per Amalia che era una creatura idealizzata già nel dramma di Schiller «abbiamo cercato di trovare carne e sangue» ha spiegato il soprano Lisette Oropesa, al debutto scaligero. Così anche senza voler raccontare troppo delle soluzioni registiche McVicar ha accennato al fatto che l'escamotage per il finale è quello di ipotizzare che sia Amalia a volersi sacrificare per aiutare il suo amato. «È una musica - ha concluso Mariotti - che arriva alle viscere e al cervello». 
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