Vaticano, mostra su Wojtyla e l'ebraismo negli spazi del Braccio di Carlo Magno

Vaticano, mostra su Wojtyla e l'ebraismo negli spazi del Braccio di Carlo Magno
di Elena Panarella
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Martedì 28 Luglio 2015, 21:46 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 12:50
Roma spalanca le braccia a "Una Benedizione Reciproca - Papa Giovanni Paolo II e il Popolo Ebraico" mostra internazionale che, giunta in Italia dopo il tour statunitense. È stata presentata ufficialmente oggi - presso gli spazi del Braccio di Carlo Magno - location eletta per l'esposizione che celebra, a dieci anni dalla Sua scomparsa, l'atteggiamento d'apertura di Papa Giovanni Paolo II nella relazione fra la Chiesa Cattolica e il popolo Ebraico.



Lasciatasi alle spalle città come New York, Los Angeles, Chicago, Philadelphia, la mostra, curata da James Buchanan e William Madges, giunge a soffiare sull'estate romana, il vento fertile del dialogo interreligioso come fonte di progresso per l'umanità: lo fa attraverso un allestimento multimediale che si traduce in esperienza per il visitatore e che lo condurrà fino al Muro Occidentale di Gerusalemme. Video, pannelli, fotografie, manufatti artistici e sottofondi acustici per rivivere i punti di contatto, le tappe concilianti dell'operato di Wojtyla nei confronti de "I nostri fratelli maggiori" come lui stesso definì il popolo ebraico, quando primo Papa ad entrare in una Sinagoga, incontrò il Rabbino Elio Toaff a Roma. Era il 13 aprile 1986.



“Una Benedizione Reciproca” riflette il ritorno in auge della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate, documento che, emanato cinquanta anni fa, esprime l'atteggiamento di apprezzamento della Chiesa Cattolica verso le altre religioni. I principi di fratellanza universale, di amore e di non discriminazione permeano i contenuti di queste pagine che mai come "Nel nostro tempo" assumono rinnovato valore. La mostra ad ingresso gratuito è visitabile fino al 17 settembre, dal lunedì al sabato dalle ore 9,00 alle ore 18,00 (mercoledì dalle ore 13,00 alle ore 18,00 - domenica chiuso). Per il futuro i curatori auspicano fortemente un nuovo allestimento a Cracovia, tanto cara a Colui che ha stimolato l’arte del “costruire ponti”. Altra città, altro abbraccio, stessa benedizione reciproca.
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