Balthus, doppia mostra a Roma: a Villa Medici e alle Scuderie del Quirinale

Balthus, doppia mostra a Roma: a Villa Medici e alle Scuderie del Quirinale
di Mariapia Bruno
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Domenica 25 Ottobre 2015, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 10:32

Amate i gatti ma non sapete nulla di Balthus, pittore francese nato nel 1908 e morto nel 2001? Nessun problema, perché è soprattutto la presenza dei nostri amici felini a suscitare curiosità e attenzione nei confronti delle opere di questo professionista che ha diretto per 17 anni, a partire dal 1961, l’Accademia di Francia a Roma a Villa Medici. Ed è proprio in questa sede, oltre che nelle grandi sale delle Scuderie del Quirinale, che l'artista viene celebrato con una grande retrospettiva, dal titolo Balthus e aperta fino al 31 gennaio 2016, che mette insieme 200 opere tra dipinti, disegni, fotografie. Nelle tele che scandiscono il ricco percorso espositivo il gatto è una grande costante: è infatti l’alter ego dell’artista, l’animale in cui meglio si identifica, il tramite che gli consente - e ci consente - di entrare in contatto diretto con i protagonisti delle opere, colti molto spesso in una silenziosa e intima quotidianità.

Il rapporto privilegiato di Balthus con l’Italia non si deve soltanto alla sua esperienza direzionale di Villa Medici: egli rimase folgorato da giovanissimo dalla bellezza delle composizioni dei maestri del Rinascimento toscano, in particolare dal lavoro di Piero della Francesca.

Gli spunti italiani influirono nelle sue composizioni che sottendono un pensiero figurativo di base e una chiarezza logica tutta italiana, a cui si aggiunge una certa enigmaticità statica suggerita dalle correnti del Realismo magico, della Metafisica e della Nuova Oggettività tedesca, a cui il pittore guardava con interesse soprattutto negli anni Trenta. Dopo la guerra, la sua pittura divenne più densa e si arricchì di nudi di giovani fanciulle rappresentate in momenti riservati o contemplativi. A Roma, negli anni Sessanta e Settanta, elaborò nuove tecniche pittoriche, strinse amicizia con Renato Guttuso, Federico Fellini e Luchino Visconti e godette, insieme alla seconda moglie Setsuko Ideta d 35 anni più giovane, della stimolante offerta culturale della città. Oltre al gatto come linea guida, ebbe anche una bella gatta da pelare: l’accusa di indulgere nelle sue opere sulla sessualità delle preadolescenti.

La doppia retrospettiva romana non sarebbe, ovviamente, esaustiva se si concentrasse soltanto sulla metafora del felino. Il percorso espositivo si sviluppa, infatti, attorno ai temi ricorrenti nella vita dell’artista: l'eredità rinascimentale, l'infanzia, l'influenza di opere letterarie come Cime tempestose di Emily Brontë e Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll; l'importanza degli scambi con personaggi come Antonin Artaud, André Derain, Alberto Giacometti o con suo fratello Pierre Klossowski. Tra le opere da tenere d’occhio spiccano La toilette de Cathy, Le Roi des chats, Les enfants Blanchard, La Chambre, Le Rêve II, Les joueurs de cartes e Le Peintre et son modèle.