Pappano e l'Orchestra di Santa Cecilia conquistano Berlino

L’anno prossimo Pappano concluderà la sua lunga stagione romana come direttore principale dell’Accademia

Pappano e l'Orchestra di Santa Cecilia conquistano Berlino
di Luca Della Libera
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Giovedì 8 Settembre 2022, 09:17

Santa Cecilia conquista Berlino. Lunedì sera, alla fine della tournée che ha visto Il Coro e l’Orchestra dell’Accademia  impegnati nei concerti di Lucerna, Bonn ed Amburgo, la consacrazione del tempio della musica sinfonica mondiale, la Philharmonie. Alla fine del concerto, pubblico entusiasta: tutti in piedi ad applaudire il direttore d’orchestra Antonio Pappano, il pianista Igor Levit, l’Orchestra e il Coro preparato da Piero Monti.

Il concerto, nell’ambito del Berlinfest, prevedeva Notte trasfigurata (Verklärte Nacht) di Schönberg, nella versione per orchestra d’archi, e un brano di rara esecuzione come il Concerto per pianoforte, coro maschile e orchestra op. 39 di Busoni.

In Notte trasfigurata Pappano ha dato un’interpretazione  molto chiara dal punto di vista narrativo, in piena sintonia con la lirica del poeta tedesco Richard Dehmel, che  narra come una donna, passeggiando di notte in un parco, confessi al suo nuovo compagno di portare in grembo un bambino non suo. La giovane donna teme di essere abbandonata, ma l'uomo la rassicura dicendole che il figlio sarà sentito da entrambi come il frutto del loro amore.  

Virtuosismo estremo

Tutt’altro clima nel Concerto di Busoni, partitura eclettica e grandiosa, dal virtuosismo estremo e dal contenuto sorprendente.

«Per fare questo brano  ci vuole un motivo molto forte e io l’ho trovato in  Igor Levit – ha raccontato Pappano prima del concerto -,  è musica  talmente impegnativa che non la fai se non la ami.

La partitura presenta una singolare compresenza di atmosfere  tedesche e italiane: da una parte ci sono Wagner e Liszt, dall’altra le canzoni napoletane. Il  finale è sorprendente: l'Inno in lode di Allah del poeta danese Adam Oehlenschläger. Farla qui a Berlino è una grande responsabilità e un’opportunità per noi».

In Busoni il trionfatore è stato il pianista Levit, che l’ha risolta con un controllo strumentale impressionante e sempre in sintonia con Pappano e i musicisti dell’Orchestra in gran spolvero, per l’occasione affiancati dall’eccellente Coro maschile.

Adesso Pappano pensa già al futuro. Il 18 ottobre s’inagura la stagione sinfonica dell’Accademia a Roma, con l’esecuzione di Elektra di Strauss in forma di concerto.

«L’ho scelta  perché dopo tanti titoli italiani volevo tornare a fare qualcosa di più sinfonico. Elektra ha un testo magnifico, che incarna l’inizio della cultura moderna».

L’anno prossimo Pappano concluderà la sua lunga stagione romana come direttore principale dell’Accademia, della quale è stato nominato direttore emerito. «I progetti sono tanti. Dobbiamo prepararci per il Festival di Salisburgo nel 2024, dove saremo in residenza per programmi sinfonici e probabilmente con “La Gioconda” di Ponchielli.

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