C'è un grande disegno che attraversa il corpo di Nesli. Schizzi fitti di colore nero, qualche traccia di rosso, ci sono date, volti, nomi, pezzi di vita che compongono una storia. Una vera e propria tela umana. «Volevo cambiare pelle», spiega l'artista, ospite di Messaggero Tv, che si è sottoposto a quattordici mesi di lavoro in studio su braccia, schiena, torace.
Un percorso, quello che lo ha portato a colorare la sua pelle, che ha anche accompagnato il passaggio dal rap alla musica pop.
Un album che rappresenta il proseguimento di un anno ricco di successi: contiene la versione originale di “Andrà Tutto Bene” con la bonus track “Mare Mare”, un file audio di 20 tracce tra cui i brani “La fine”, “Ti sposerò”, “Parole da dedicarmi” e “Un bacio a te”, immagini di backstage e intervista. Ma la vera prova, per Nesli, è la scrittura, sicuramente «più faticosa e impegnativa», rispetto alla produzione musicale. E' un libro con il quale l'artista ha voluto abbattere tanti pregiudizi, mettere i punti sulle “i”, anche rispetto al rapporto con il fratello, Fabri Fibra. «Un capitolo chiuso», dice, commentando lo spazio ridotto che gli ha riservato in questo testo. «Sulla copertina del libro ho voluto una farfalla, simbolo che mi aveva accompagnato anche nel tour, perché rappresenta metamorfosi e rinascita, ma dice anche come l'arte regali una bellezza effimera», racconta. Il volume si apre e chiude con uno sparo a Senigallia in un pomeriggio d'estate del 1997: «Tutto quello che dico è vero - precisa Nesli - ma ho voluto raccontarlo come fosse un film, partendo dall'evento scatenante: è stato il mio modo di misurarmi con una scrittura diversa da quella delle canzoni. E' un libro che ho scritto per me stesso».