David Gilmour, due date in Italia in occasione dei 40 anni di Wish you were here

David Gilmour, due date in Italia in occasione dei 40 anni di Wish you were here
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Sabato 12 Settembre 2015, 17:32 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 19:53

I due concerti italiani di David Gilmour, una delle anime indiscusse dei leggendari Pink Floyd, praticamente coincidono con il 40° compleanno dell’album “Wish You Were Here”, uno dei capolavori della band inglese, pubblicato il 12 settembre 1975. Il tour di Gilmour, per promuovere album “Rattle That Lock”, suo nuovo in uscita il 18 settembre, inizia oggi a Pula in Croazia e proseguirà il 14 all’Arena di Verona e il 15 al teatro Le Mulina di Firenze, per poi toccare la Francia, la Germania e l’Inghilterra (ovviamente tutte le date sono esaurite).

A dicembre sarà la volta del Sud America, a marzo/aprile 2016 Stati Uniti e Canada, una data a giugno in Polonia… per ora. Il 5 di questo mese ha tenuto una data zero per un pubblico selezionato al Brighton Centre in Inghilterra. Abbiamo intervistato Nino Gatti, uno dei cinque componenti dei Lunatics, sicuramente tra i maggiori collezionisti floydiani al mondo.

Emozioni floydiane nella data zero...

Sono rimasto particolarmente colpito nell'osservare un musicista del suo calibro, alla soglia dei 70 anni e con un passato così glorioso, desideroso di mettersi in gioco e di proporre la sua nuova musica, conscio che la maggior parte del suo pubblico lo segue in quanto componente di una band storica come i Pink Floyd. Gilmour non si è risparmiato e ha regalato ai presenti di questa “data zero” due ore e mezza di musica intensa e piena di emozioni.

Stranezze di Brighton?

Brighton è una bella cittadina di mare e sabato 5 settembre il tempo era particolarmente clemente, con la spiaggia situata a pochi metri dal teatro in cui si è esibito Gilmour ancora piena di vacanzieri in vena di tintarella e relax. Quel giorno, a poche centinaia di metri di distanza, nello storico The Dome, si svolgeva un altro concerto molto atteso, quello dei King Crimson. Ebbene mi ha sorpreso che due eventi così importanti e contemporanei tra loro, che avrebbero catalizzato l'interesse di città come Roma o Milano, non fossero assolutamente pubblicizzati in giro… nessun manifesto, nessuna locandina, molto strano...

Impressioni su Rattle That Lock?

Il chitarrista ha presentato in anteprima mondiale sette nuove canzoni tratte dal suo nuovo lavoro, “Rattle That Lock”, atteso nei negozi il 18 settembre. Le nuove composizioni offrono il profilo di un musicista che sembra essersi liberato del fardello dei Pink Floyd, una scelta coraggiosa in quanto legalmente e musicalmente avrebbe potuto continuare a riempire gli stadi con un marchio di fabbrica capace di frantumare ogni record di incassi.

La magia di suonare per pochi intimi, quasi come se si fosse ospiti di una serata tra amici di vecchia data, ha attraversato le poltrone del Brighton Centre. Le nuove canzoni sono musicalmente diverse tra loro, si passa dal funky molto deciso di Today alle atmosfere jazzate di The Girl With The Yellow Dress, per arrivare al gioiellino A Boat Lies Waiting dedicata all'amico scomparso Richard Wright, altro faro del quartetto inglese.

Che applausi per In Any Tongue...

La nuova canzone che ha strappato più applausi in assoluto è stata In Any Tongue, soprattutto grazie all'assolo finale che ha fatto esplodere letteralmente l'entusiasmo dei presenti. L'esecuzione globale delle nuove canzoni non è parsa perfetta ma qualche altro giorno di prova e soprattutto i primi concerti faranno la differenza.

Riflessioni sulla setlist?

A differenza del tour del 2006, nel quale Gilmour divideva il primo set con le canzoni del suo ultimo album dal secondo tempo dedicato ai successi dei Pink Floyd, questa volta il repertorio solista è stato sapientemente miscelato ai classici del repertorio dei Pink Floyd. Sono entrate così in scaletta alcune canzoni provenienti dall'ultimo tour dei Pink Floyd come Sorrow, Run Like Hell, Money, Us And Them, Time e Breathe (reprise), che non erano state eseguite durante il tour del 2006, mentre sono state riconfermate nove anni dopo una tiratissima Fat Old Sun, il capolavoro barrettiano Astronomy Dominé e Shine On You Crazy Diamond (parts 1-5), quest'ultima molto simile a quella dell'ultimo tour dei Pink Floyd del 1994. A completare il greatest hits floydiano le immancabili Wish You Were Here, High Hopes e Comfortably Numb. Sicuramente ci saranno nuovi inserimenti nel corso del tour ma già così la scaletta può soddisfare anche i palati più esigenti

I suoi "compagni di viaggio"?

La band è sostanzialmente la stessa del tour di “On an island”, con Steve Di Stanislao alla batteria, preso in prestito dalla band di Crosby Stills & Nash, i “floydiani” Guy Pratt al basso e Jon Carin alle tastiere, Phil Manzanera (ex Roxy Music) alla seconda chitarra, ai quali si sono affiancati il nuovo tastierista Kevin McAlea, che aveva suonato insieme a Jon Carin durante le recenti date inglesi di Kate Bush, e il sassofonista Theo Travis, che suonerà soltanto nei concerti settembrini di Gilmour.

La novità di questo tour è la presenza di due coristi, Louise Marshall (già sentita sull'ultimo album dei Pink Floyd, The Endless River) e Bryan Chambers.

Differenze e similitudini tra l'approccio live di Gilmour e di Waters?

Questa è una domanda alla quale non rispondo neanche se sotto tortura! Scherzi a parte, le differenze sostanziali tra i due sono quelle che poi hanno creato gli agguerriti schieramenti tra gilmouriani e watersiani, una frattura insanabile che divide nettamente gli appassionati, che combattono tra di loro a suon di post più o meno accesi sui vari social network in difesa dell'uno o dell'altro.

Che musicista è Gilmour…

Gilmour è un musicista completo, conosce i tempi musicali giusti, sa esattamente dove aggiungere e dove togliere, un gran maestro che per gran parte dello spettacolo è quasi immobile, concentrato sulla sua chitarra, oppure concentrato a cantare con il suo inconfondibile timbro, continuando comunque a tenere d'occhio la band e tutto quello che gli accade intorno. Parla e scherza brevemente con il pubblico ma è fondamentalmente molto silenzioso perché a parlare c'è la sua musica.

E che animale da palco è Waters...

Waters è invece quell'animale da palcoscenico che abbiamo imparato ad amare grazie anche ai suoi numerosi tour solisti degli ultimi anni: da vero leader sorride al suo pubblico, saluta e ammicca di qua e di là, corre da una parte all'altra del palco ed è molto più showman del chitarrista. Entrambi hanno però in comune la medesima passione e la cura maniacale dei particolari, garanzia che con loro la musica dei Pink Floyd verrà eseguita sempre al meglio.

Palco, suono e scenografia?

Il tour 2015 di Gilmour riprende quello del 2006 con l'unica, grande differenza legata alla presenza sul palco del famosissimo Mr Screen, il loro storico schermo circolare che accompagna le esibizioni dei Pink Floyd sin dal 1974, sul quale vengono proiettate alcuni filmati della band ma anche quelli realizzati appositamente per le nuove canzoni di questo tour. Non a caso è stato richiamato Mark Brickman, che ha curato gli strabilianti effetti luce dei recenti tour dei Pink Floyd e di Roger Waters. Il suono è stato affidato alla Britannia Row, la ditta di cui erano proprietari in passato i Pink Floyd e che si è distinta per aver fornito di recente l'amplificazione per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Luci e suono sono da sempre la caratteristica peculiare dei Pink Floyd e non deluderanno i fortunati che assisteranno ai due concerti italiani di Verona e Firenze.

Cosa significa essere un Lunatics?

Significa prendere sul serio l'argomento Pink Floyd ma farlo con la leggerezza di cinque amici, che si ritrovano intorno al tavolo a chiacchierare amabilmente di Pink Floyd con più di una bottiglia di vino (rigorosamente pugliese, su questo non si discute!). Significa notti insonni a fare ricerche sul web, a scandagliare le aste online, a studiare sui vecchi documenti o giornali di 40 anni fa, ad osservare fotografie con la lente d'ingrandimento per scoprire quello che nessun altro aveva mai raccontato... Significa essere pinkfloydiano 24 ore al giorno, una specie di missione. Ecco, questa definizione potrebbe calzare a pennello: siamo portatori sani del verbo pinkfloydiano in giro per il mondo. Per conto della buona musica, ovviamente...

Oggi, 12 settembre, è il 40° anniversario della pubblicazione di WYWH... cosa avete preparato come Lunatics?

Inizialmente avevamo pensato ad una mostra tematica intitolata WYWH40 che si sarebbe dovuta svolgere a settembre a Milano ma la presenza contemporanea di David Gilmour in terra italiana ci ha fatto cambiare idea. Abbiamo così deciso di portare la mostra a casa dei fan, realizzando un articolo speciale di ben dodici pagine che verrà pubblicato il 16 settembre sulla rivista Prog Italia. Con questo speciale abbiamo ripercorso la genesi di “Wish You Were Here”, uno dei dischi più importanti della loro discografia, raccontando il 1975 nella storia dei Pink Floyd, un anno in cui la band si sarebbe potuta sciogliere e che ha segnato profondamente l'inizio della rottura tra Gilmour e Waters al loro interno. Insieme a tante foto rare e inedite abbiamo avuto l'onore di intervistare Andy Jackson, il tecnico del suono dei Pink Floyd che ha curato parte della versione Immersion del disco. Consiglio l'acquisto a tutti non solo per il nostro articolo, Prog è il punto di riferimento per tutti gli appassionati del progressive. Ci saranno altre iniziative per celebrare i 40 anni di questo disco nelle prossime settimane, che saranno tempestivamente comunicate sul nostro sito e sulla nostra pagina Facebook (The Lunatics! Pink Floyd Collectors Club).

Cosa si prevede per i concerti italiani?

Il tempo dice pioggia ma i fan italiani faranno di tutto per scongiurare questa eventualità, sono previste macumbe e anatemi di ogni genere indirizzati verso Zeus! Battute a parte l'attesa è spasmodica, il pubblico nostrano ama particolarmente Gilmour e di sicuro riverserà il proprio amore e il proprio calore in occasione delle due date del 14 e 15 settembre. Tra l'altro il concerto di Firenze coinciderà con un triste anniversario, Rick Wright ci lasciò il 15 settembre 2008 e alcuni fan stanno preparando qualcosa per poter omaggiare l'artista.

Altre iniziative?

In collaborazione con altri due club italiani abbiamo organizzato un raduno per ogni città, in modo da poter salutare alcuni amici prima del concerto e magari aiutare quelli che non sono ancora riusciti a trovare un tagliando per entrare al concerto. Una sorpresa però posso anticiparla: a Brighton, durante l'esecuzione di Run Like Hell, tutti i musicisti della band di Gilmour hanno indossato occhiali da sole. Il motivo è sconosciuto ma qualcuno ipotizza che si sia trattato di un sonoro sfottò a Roger Waters, che durante i concerti di The Wall indossava spesso i RayBan. Tramite i social network i Lunatics stanno consigliando ai fan di portare degli occhiali da sole da indossare durante Run Like Hell. Chissà quale sarà la reazione della David Gilmour Band...

C'è un forte bagarinaggio sui biglietti delle date italiane di Gilmour…

La nota dolente di questi concerti, un’anomalia che sembra essere tutta italiana. I due concerti sono andati sold-out praticamente in meno di cinque minuti scatenando le ire di tutti i fan, le cui lamentele sono arrivate anche alle orecchie del management di Gilmour. All'estero sono molto rigidi a proposito, i biglietti sono nominali e si sono ridotte notevolmente le possibilità di bagarinaggio.

I biglietti corrono su Internet…

Ha fatto arrabbiare i fan di Gilmour che pochi minuti dopo il sold out i biglietti fossero disponibili su alcuni siti internet a prezzi anche a dieci volte il loro prezzo di costo.

Ovviamente noi diciamo no ai biglietti a prezzo maggiorato in quanto già il prezzo normale dei tagliandi è esageratamente alto (le prime file superano “legalmente” i 100 euro). Come Lunatics abbiamo provato a contrastare questo fenomeno, sensibilizzando sulle nostre pagine social la cultura del “prezzo equo”: chi vuol vendere il suo biglietto e utilizzare i nostri canali deve farlo esclusivamente a prezzo di costo. Quelli che provano a fare i furbetti vengono bloccati sul nascere e “denunciati” pubblicamente ma non è facile controllare tutto e spesso qualcuno sfugge al nostro controllo. Grazie a noi diversi appassionati sono riusciti a trovare il loro biglietto, saltando di fatto il mercato dei bagarini. La loro riconoscenza è tale ci metteremo anni per poter smaltire tutti i caffè, le birre e le cene che ci sono state offerte tra Verona e Firenze!

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