Come Fedez. «Sono sempre attento alle novità e mi sono accostato con curiosità a Soundreef», premette D'Alessio, che segue la scelta fatta da Fedez poco tempo fa. «Ho cercato di capire meglio e mi ha convinto la trasparenza della rendicontazione al contrario di quella Siae che non è analitica e non chiarisce con esattezza da dove arrivano i proventi. Non era per me una scelta facile, ma ho creduto nel progetto di questi giovani e credo nel libero mercato. Laddove c'è il monopolio il mercato non cresce».
«L'arrivo di Gigi ci testimonia che siamo sulla strada giusta dell'innovazione, e della necessità di cambiare garantendo meglio tutti, soprattutto i più deboli», commenta il numero uno di Soundreef. Che aggiunge: «Con la direttiva Barnier l'Unione Europea ha preso atto della rivoluzione digitale in corso e della conseguente fine dell'era dei pochi monopoli che ancora resistono come quello italiano della Siae. Credo che presto assisteremo a un effetto domino. Abbiamo tanti contatti in fase avanzata di artisti che hanno espresso la loro volontà di cambiare, esercitando la libertà che la Direttiva riconosce loro».
Lo scorso 29 aprile il primo ad annunciare il passaggio da Siae a Soundreef era stato Fedez: «È alternativa fresca», aveva commentato il rapper. «Soundreef - ribadisce oggi D'Atri - rendiconta le utilizzazioni entro 7 giorni dal concerto e paga le royalty entro 90 giorni dal concerto, sia per il nazionale che per l'internazionale.
La nostra rendicontazione è analitica al 100%. Ciò che viene suonato viene pagato e gli utenti attraverso l'account online possono verificare in tempo reale come e quando hanno guadagnato».
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