Ventidue preludi senza una struttura definita, alcuni lunghi e alcuni brevissimi, perché la musica è innanzitutto libertà. La pensa così Arturo Stàlteri, pianista e compositore, mentre prepara il tour di presentazione del nuovo album «Préludes» che partirà da Roma, con un'esibizione il 9 ottobre alla chiesa SS. Apostoli. «Ho scritto questi 22 lavori pensando ai grandi nomi della musica classica, come Debussy e Chostakovitch: nel mio piccolo cerco di dare un contributo alla mia maniera - spiega al Messaggero Tv - Volevo restituire ai preludi quel senso che avevano all'inizio, un pezzo assolutamente libero, improvvisato. Hanno tutti un titolo, come quelli di Debussy: ho pensato a immagini, ricordi, libri e ho provato a scrivere musica che me li potesse rappresentare».
L'ispirazione, Stàlteri la ricava dal rock (come i Rolling Stones, di cui è fan dalla tenera età di otto anni e ai quali ha dedicato una traccia fantasma del nuovo disco), dai ricordi di infanzia, dalla natura e dalla letteratura, con il suo amato Tolkien, autore del Signore degli Anelli e di personaggi divisi tra bene e male. "Fils de naufragés" è ispirata a una poesia del bretone Xavier Grall; "Gli artigli di Cat Woman" è dedicata al personaggio inventato da Bob Kane e Bill Finger; "Everyone picked strawberries" al romanziere Joseph Roth; "Il sogno di Lydea" agli scritti fantasy di Patricia Anne McKillip, "Èowin" proprio a un personaggio del Signore degli Anelli.
«Tolkien è un autore particolare - racconta il pianista - nei suoi libri c'è questa strana dicotomia tra bene e male spesso fusi insieme anche nei personaggi piu positivi». Ma ognuno, in fin dei conti, può percepire nei suoi Preludi ciò che vuole: «E' come quando si fa un figlio - scherza - magari tu lo vorresti ingegnere e invece finisce a fare il calciatore: il rischio è che le persone leggano qualcosa di molto diverso nei tuoi pezzi da quello che intendevi trasmettere, ma la musica, in fin dei conti, è libertà».
Tra gli artisti con cui ha collaborato e che l'hanno influenzato, musicisti del calibro di Rino Gaetano, che ha conosciuto da giovane, e il suo "guru" Franco Battiato, che gli ha trasmesso il lato sperimentale. «Rino era una persona estremamente positiva, non come lo hanno dipinto dopo - racconta - aveva un senso straordinario dell'amicizia e della fantasia, dell'improvvisazione». Battiato invece? «Sa molto più di quello che dimostra». Un percorso, il suo, tutto riassunto in questi 22 Preludi.