Al Comunale di Bologna, la “Missa Solemnis” per celebrare Beethoven con Asher Fisch

Il direttore d'orchestra israeliano Asher Fisch
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 21:18
Si apre con uno dei principali monumenti sinfonico-corali di Ludwig van Beethoven, la Missa solemnis in re maggiore op. 123 per soli, coro e orchestra, la nuova Stagione Sinfonica del Teatro Comunale di Bologna che celebra il compositore tedesco nei 250 anni dalla nascita.

Il primo di diciotto concerti, in programma martedì 4 febbraio alle 20.30 all'Auditorium Manzoni di Bologna, è affidato al direttore d'orchestra israeliano Asher Fisch, grande specialista del repertorio romantico tedesco che ha affrontato nella sua carriera anche l'integrale delle sinfonie beethoveniane, nuovamente sul podio dell'Orchestra del Comunale dopo aver diretto con successo lo scorso novembre l’unico lavoro di Beethoven per il teatro musicale: Fidelio.

Direttore principale della West Australian Symphony Orchestra di Perth, Fisch è ospite regolare di prestigiose compagini internazionali come la London Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra e i Berliner Philharmoniker, e di teatri come la Wiener Staatsoper e la Bayerische Staatsoper. Protagonisti sul palco il soprano Siobhan Stagg, il mezzosoprano Stefanie Irányi, il tenore Antonio Poli e il basso Felix Speer. Con loro il Coro del Teatro Comunale preparato da Alberto Malazzi.

«La Missa Solemnis di Beethoven è il più complesso e impegnativo lavoro che egli abbia mai composto – dice Asher Fisch –. Cercando di sfidare la supremazia nel genere musicale liturgico che apparteneva a compositori come Mozart e Haydn, ma soprattutto al suo idolo Händel, Beethoven ricorre a una mescolanza di stili senza precedenti nella sua musica.
L’effetto è straordinario, un viaggio musicale attraverso generazioni di musica composta prima del suo tempo. Allo stesso tempo, la Missa ha al suo interno alcuni dei più bei momenti “beethoveniani”, come
Et Incarnatus Est e Agnus Dei, proiettandosi già nel futuro della musica classica».

Capolavoro tardivo, a lungo considerato tra le pagine più
anomale ed enigmatiche di Beethoven ma definita da egli stesso «la mia migliore opera», la Missa solemnis fu iniziata nel 1818 in vista dell'elezione dell'arciduca Rodolfo, amico e allievo del compositore, al vescovado di Olmütz e venne completata soltanto nel 1823 con la dedica “Dal cuore - possa ritornare al cuore”. Si tratta della gestazione più lenta di tutta la produzione beethoveniana.

La prima esecuzione completa dell'imponente Missa avvenne a San Pietroburgo nel 1824; Beethoven, però, non potè mai udire integralmente quello che considerò il suo «più grande lavoro». L'omaggio a Beethoven proseguirà nel corso della stagione con l'esecuzione di otto delle nove sinfonie, di quattro dei cinque concerti per pianoforte, a cui si aggiungono il concerto per violino, il Triplo Concerto, le ouvertures Coriolano,
Namensfeier, Leonore n.1, da Le creature di Prometeo, Egmont, Fidelio e la Fantasia corale.
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