Jack London, dai potenti romanzi ai magnifici reportage fotografici: il primo Novecento nel libro Le Strade dell'uomo

Le strade dell'uomo
di Sabrina Quartieri
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 08:51
I lettori di tutto il mondo lo hanno imparato ad amare con “Il richiamo della foresta”, “Zanna Bianca” e “Il Tallone di ferro”. Autore di libri leggendari, dalla prosa solida e potente, l’americano Jack London, prolifico e rivoluzionario, fu abile testimone di grandi eventi del suo tempo, e non solo con la penna: nella sua brevissima vita (muore a soli quarant’anni, probabilmente suicida, nel 1916) scattò oltre 12mila fotografie, “documenti umani”, come li chiamava lui stesso, di avventure e reportage in tutto il mondo. Con "Le strade dell'uomo", edito da Contrasto e a cura di Alessia Tagliaventi, arriva per la prima volta in Italia una raccolta di scatti a firma di Jack London, che raccontano alcune tappe fondamentali della narrazione, non solo su carta, del reporter.



Immagini intense che denunciano il degrado dell’East End londinese, con foto di serve, alloggi provvisori e uomini che di notte bivaccano sulla banchina del Tamigi; che ripercorrono le tristi vicende della guerra russo-giapponese, attraverso le foto dei prigionieri, dei rifugiati coreani che scappano dall’esercito invasore, o delle scene di vita quotidiana dei pescatori della Manciuria; ancora, che documentano il devastante terremoto di San Francisco del 1906, quando London fu chiamato a raccontare la scena del disastro; e infine, che fanno rivivere le tappe della crociera dello Snark, con le foto dei nativi delle Isole Salomone, delle Marchesi, di Bora Bora e di Samoa.



Una raccolta di fotografie accompagnate da brani tratti da alcuni suoi capolavori di narrativa e giornalismo: tra questi, “Il popolo dell’abisso” di Londra, lucido e impeccabile reportage sociologico sulle classi emarginate dell’East End, con il primo capitolo e altri estratti; “La guerra russo-giapponese” (1904), con due articoli del “San Francisco Examinier" per cui era corrispondente di guerra; ancora, il “Terremoto di San Francisco” (1906), con l’articolo del Collier’s Weekly dal celeberrimo incipit “San Francisco is gone. Nothing remains of it but memories”; e infine, “La crociera dello Snark”, il diario della traversata del Pacifico compiuta a vela, di cui nel libro si riportano il capitolo introduttivo e altri estratti.



“Jack London fu il vero storyteller - spiega Davide Sapienza, che ha firmato l’introduzione del libro - e per darci il suo messaggio scelse la scrittura, ma non solo e questo volume è nato per dimostrarlo. Un’opera organica, che si concentra su un periodo preciso, dal 1900 al 1916. London, curioso indagatore della civiltà umana in quei sedici anni scattò oltre dodicimila fotografie: un dato che ben riflette la vastità delle sue esperienze. Non era un dilettante: sapeva cosa faceva e come farlo. Aveva studiato la nuova arte al punto da chiamare le sue immagini 'documenti umani', che per lui valevano tanto quanto i romanzi, i racconti, i reportage e gli editoriali”.



Jack London “Le strade dell’uomo” (Contrasto, pagg. 195, euro 19,90)