Missione speciale per i Monuments Men: salvare i tesori della Siria dai saccheggi

Missione speciale per i Monuments Men: salvare i tesori della Siria dai saccheggi
di Laura Larcan
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Mercoledì 11 Febbraio 2015, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 08:56
Dalle gesta della Seconda guerra mondiale, per salvare i tesori d’arte dalla razzia dei neonazisti, alla missione “impossibile” del terzo millennio: salvare l’immenso patrimonio artistico della Siria, a rischio dal contrabbando di reperti e da un conflitto furioso. La nuova squadra speciale di “Guerrieri dell’Arte” al fronte sembra seguire le orme degli straordinari “Monuments Men” del 1945. Magari non saranno affascinanti come George Clooney, Mat Damon o Jean Dujardin, che ne hanno interpretato la storia umana nell’omonimo film della scorsa stagione. Ma quanto a coraggio, conoscenze scientifiche, pratica dei luoghi, non hanno nulla da invidiare a Hollywood. A guidarli un robusto archeologo di mezza età, che ha studiato all’Università di Damasco. La sua squadra è composta non da attori, ma da colleghi brizzolati che di certo sono più a loro agio in uno scavo archeologico che su un campo di battaglia.



E lì la situazione non è certo tranquilla, visto che il conflitto in Siria, oltre ad aver provocato 200mila morti, ha ridotto in macerie città e siti archeologici dal grande valore storico-culturale. Fanno base nello scantinato di un hotel sul lato turco del confine e da mesi operano in segreto in Siria, rischiando di continuo la loro vita tra bombardamenti, trafficanti e i jihadisti dello Stato islamico.



A raccontare la storia dei “Monuments men della Siria” è stato il Wall Street Journal. L’operazione siriana ha motivazioni serie. Questa terra sta pagando un prezzo altissimo in termini di impoverimento del suo patrimonio artistico. Antiche città come Homs e Aleppo sono ridotte ormai in macerie. Siti archeologici romani, greci, babilonesi e assiri sono andati distrutti nei combattimenti o depredati. Cinque dei sei siti del paese dichiarati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’Umanità sono stati gravemente danneggiati.



Alcuni dei più importanti musei del paese, inoltre, sono stati saccheggiati o sono a forte rischio. È il caso ad esempio del museo di Idlib, nel nord del

paese, che esponeva numerosi reperti di epoca romana. Oggi anfore e vasi romani possono essere facilmente trovati nei mercati di Gaziantep, nella Turchia meridionale. «È un lavoro pericoloso. Bisogna entrare ed uscire da un sito molto rapidamente. I saccheggi sono diventati sistematici, ma non possiamo più continuare così», ha spiegato il capo dei Monuments Men.



Nelle sessioni di addestramento nella loro base segreta, questi 007 dell’arte vengono istruiti su come accedere ai siti archeologici più importanti e documentare quello che è rimasto ma anche ciò che è stato già trafugato. Tra le altre abilità che vengono affinate c'é quella di nascondere i preziosi manufatti che potrebbero essere contrabbandati e registrare la loro posizione tramite gps, in modo da ritrovarli poi in futuro.



Non disdegnano i travestimenti: si presentano dai compratori come mercanti d’arte in modo da avere una prova dei manufatti trafugati. «All’inizio chi rubava erano singoli individui, ma ora si è trasformato in un organizzato business transnazionale che sta favorendo il finanziamento del terrorismo», ha dichiarato al WSJ Michael Danti, un archeologo della Boston University ora consulente del Dipartimento di Stato al quale sta consigliando i metodi per affrontare il problema. «È la più grave emergenza culturale che abbia mai visto», ha aggiunto l'archeologo.
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