Jan Fabre, l'omaggio di Napoli tra chiese, musei e gallerie

Un'opera di Jan Fabre al Museo di Capodimonte
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Domenica 31 Marzo 2019, 11:48
L’artista belga di fama mondiale Jan Fabre torna a Napoli con un nuovo progetto che coinvolge quattro luoghi di grande prestigio: il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Museo Madre e la galleria Studio Trisorio.

Al Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’artista espone un gruppo di lavori in dialogo con una selezione speciale di opere d’arte provenienti dalla collezione permanente del museo e da altre istituzioni museali napoletane. La mostra, dal titolo Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue, in programma dal 30 marzo al 30 settembre 2019 e curata da Stefano Causa insieme a Blandine Gwizdala, presenta/comprende sculture in oro e disegni di sangue creati dall’artista dagli anni Settanta ad oggi, oltre a una serie inedita e sorprendente di sculture in corallo rosso, realizzata appositamente per Capodimonte.

Le opere di Fabre si pongono in dialogo con alcuni capolavori pittorici e splendidi oggetti d’arte decorativa di epoca rinascimentale, manierista e barocca selezionati da Stefano Causa.

 A cura di Melania Rossi, la scultura di Jan Fabre The Man Who Bears the Cross (L’uomo che sorregge la croce) (2015), è visibile nella chiesa del Pio Monte della Misericordia, in dialogo diretto con il capolavoro di Caravaggio Sette opere di Misericordia (1606-1607). La scultura, realizzata completamente in cera, è un autoritratto dell’artista, basato sui tratti somatici dello zio Jaak Fabre, che tiene in bilico una croce di oltre due metri sul palmo della mano. Nel rituale auto-rappresentativo l’artista esce da sé stesso e diviene qualunque uomo, lo specchio di ognuno di noi.

Il Museo Madre, con la curatela di Andrea Viliani, Melania Rossi e Laura Trisorio, ospita in anteprima l’iconica scultura The Man who Measures the Clouds (L’uomo che misura le nuvole) (2018), in un’inedita versione in marmo di Carrara, allestita nel cortile d’onore del museo regionale d’arte contemporanea. Dopo la presentazione nel 2008 e nel 2017 della versione in bronzo della stessa scultura in Piazza del Plebiscito e sul terrazzo del museo, Jan Fabre torna a celebrare al Madre la capacità di immaginare, sognare e conoscere elevandosi oltre il nostro destino di esseri umani. L’uomo che misura le nuvole si ispira dall’affermazione che l’ornitologo Robert Stroud pronunciò nel momento della liberazione della prigione di Alcatraz, quando dichiarò che si sarebbe d’ora in poi dedicato appunto a “misurare le nuvole”.

Presso la storica galleria Studio Trisorio, è esposta una selezione di opere di Jan Fabre realizzate completamente con gusci di scarabei iridescenti.
La mostra, dal titolo Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo), a cura di Melania Rossi e Laura Trisorio, vede dei grandi pannelli e delle sculture a mosaico di scarabei ispirati alla triste e violenta storia della colonizzazione del Congo belga. In queste opere, l’ispirazione storica si unisce alla simbologia medioevale tratta da uno dei più grandi maestri fiamminghi, uno dei maestri putativi di Jan Fabre, Hieronymus Bosch, e in particolare dal suo capolavoro Il Giardino delle Delizie (1480-1490). 
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