Un nomade, un girovago così si definiva Giuseppe Ungaretti, un “nato altrove” figlio di migranti, lui stesso espatriato in Brasile, a San Paolo, dal ’37 al ’42. Una figura esemplare che riunisce in sé la fedeltà a un Paese ma nello stesso tempo la reinterpreta in un’identità sovranazionale. A Ungaretti è dedicata la giornata del 7 febbraio: dopo la proiezione di video a lui dedicati, David Riondino leggerà alcuni brani del poeta.
Tra i “nati altrove” tanti scrittori, artisti, intellettuali e studiosi che, come Ungaretti, hanno valorizzato sia le specificità nazionali e locali, sia le radici e i caratteri comuni. «Valori che oggi possono contrapporsi - afferma la coordinatrice del convegno Francesca Bernardini - alle tendenze irrazionalistiche di chi odia il diverso, di chi teme l’altro, pensando di salvaguardare il proprio particolarismo alzando muri». L’ultimo giorno del convegno vedrà la testimonianza, tra gli altri, di Helena Janeczek, autrice tedesca, vincitrice del premio Strega 2018 con il romanzo “La ragazza con la Leica”. Il convegno è organizzato dalla Fondazione Roma Sapienza – Fondazione Giuseppe Ungaretti.
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