E mentre il Museum of Contemporary Art di Los Angeles la omaggia con una retrospettiva, la Biennale di Venezia la celebra con un Leone d’Oro alla Carriera. È Simone Forti, artista italo-americana (nata a Firenze 87 anni fa) figura fondamentale della postmodern dance americana e della performance che ha rinnovato costantemente investendo tutte le arti: disegni, film, video, fotografia, installazioni e scritti.
TAO Dance Theater
Alla compagnia TAO Dance Theater, fondata nel 2008 a Pechino e in breve tempo contesa dai maggiori festival e teatri, è stato attribuito il Leone d’argento. La TAO è la prima compagnia di danza contemporanea cinese invitata al Lincoln Center Art Festival di New York, all’Edinburgh International Art Festival, alla Sydney Opera House, al Théâtre de la Ville di Parigi e all’American Dance Festival, dove è stata anche in residenza. A Londra è stata sei volte, invitata dal Sadlers’ Wells, che le ha commissionato cinque lavori. I Leoni sono stati approvati dal consiglio di amministrazione della Biennale di Venezia accogliendo la proposta di Wayne McGregor, direttore del settore Danza, e verranno consegnati nel corso del 17esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea che si svolgerà a Venezia dal 13 al 29 luglio 2023.
Wayne McGregor
«Simone Forti ha dato vita a un corpus di opere sorprendente per varietà e unico per capacità visionaria», ha spiegato Wayne McGregor nella motivazione del premio. «Innovatrice su vasta scala e specialista dell’improvvisazione nella danza, l’arte di Simone Forti ha spesso unito elementi quali il movimento, il suono e gli oggetti in nuove e sorprendenti articolazioni ibride».
John Cage
Simone Forti arriva a Los Angeles, nel 1938, fuggendo dall’Italia e dalle leggi razziali. Frequenta i “Dancers’ Workshop” di Anna Halprin e sperimenta un metodo di lavoro incentrato sull’improvvisazione e libero dai codici della modern dance. Nel 1959 si trasferisce a New York e studia con Robert Dunn che la introduce al lavoro di John Cage nello studio di Merce Cunningham. Il debutto come coreografa nel 1960 con due danze in forma di happening - See-Saw e Rollers - e organizza nel 1961 nel loft di Yoko Ono la serata Five Dance Constructions and Some Other Things, performance che uniscono per la prima volta movimento e oggetti, usando azioni quotidiane come correre, arrampicarsi, stare in piedi aggrappati alle corde.
Allo zoo di Roma
Dal 1968 al 1970 è a Roma, invitata a presentare le sue Dance Constuctions nella Galleria L’Attico di Fabio Sargentini.
Artista totale, Simone Forti si è dedicata nel corso della sua carriera anche al disegno, alla produzione di film e video, alla fotografia e alla realizzazione d’installazioni, nonchè alla pratica della scrittura. I suoi lavori e le sue performance sono stati presentati nei maggiori musei del mondo. «Il rigore del suo pensiero e la semplicità di esecuzione, il suo spirito impertinente, la curiosità infinita», conclude McGregor, «tutto contribuisce a consolidare l’eredità di Simone Forti quale vero genio artistico, che sorprende l’immaginazione e motiva noi, il pubblico, a guardare al passato per andare oltre, verso il futuro. Un’eredità impareggiabile di cui essere grati».