Amos Oz, i collezionisti a caccia del libro con il refuso in copertina

La copertina incriminata
di Francesco Musolino
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Venerdì 3 Marzo 2017, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 12:06
Facciamo un piccolo test di cultura generale. Chi è lo scrittore di fama internazionale, nato a Gerusalemme nel 1939, autore di Una storia di amore e di tenebra, La vita fa rima con la morte e Giuda, già vincitore del Grinzane Cavour e tradotto in 41 lingue? Amos Oz o Amoz Oz? Un dubbio lecito visto che nella giornata di ieri rimbalzava sulle bacheche di Facebook, da Firenze a Palermo, la copertina del libro Tocca l'acqua, tocca il vento (edito da Feltrinelli) con questa svista macroscopica in bella vista. Il dubbio sorgeva legittimamente e, ad essere sinceri, non tutti hanno colto al volo il misfatto grafico. Nonostante qualche perplessità del resto Donald Trump e Beppe Grillo da mesi se la prendono con le bufale online si è scoperto rapidamente che è tutto vero, non si trattava di un montaggio ad hoc. Feltrinelli, non appena è emersa la magagna, ha inviato in tutta fretta una mail alle librerie bloccando la distribuzione di migliaia di copie, ordinando un reso immediato (e soprattutto costoso) e il libro, assicurano, tornerà sugli scaffali il prossimo 30 marzo. Stavolta con la copertina corretta. 

I PRECEDENTI

Nel novembre del 2014 accadde qualcosa di simile ad Einaudi. La casa editrice torinese, desiderosa di rilanciare la scoperta di John Fante, pubblicò il volume Lettere. 1932-1981 curato da Francesco Durante. Fin qui tutto bene. Salvo il fatto che il volto in copertina non era quello di Fante ma di Stephen Spender, poeta e critico britannico morto nel 1995. Seguirono ironie sui social, domate dal social media manager di Via Biancamano, n. 2, sotto la Mole Antonelliana. Ma balzando dall'editoria alla filatelia, il caso più celebre è certamente quello di un francobollo, il Gronchi rosa, ormai vero e proprio oggetto di culto. Venne emesso il 3 aprile del 1961 per celebrare il viaggio dell'allora presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, in Sudamerica. Quando ormai era troppo tardi, si resero conto che i contorni del Perù erano errati e la validità del titolo venne sospesa, sostituito con il più triste e anonimo, Gronchi grigio. Ma erano già state vendute diverse migliaia di esemplari. Allora valeva 205 lire, oggi le sue quotazioni superano i 6 mila euro.
D'accordo, fare un parallelo fra Amoz Oz e il Gronchi Rosa è impresa ardita, è prematuro dire se diventerà o meno un oggetto per collezionisti (del resto su eBay il volume di Fante costa appena poco di più del prezzo di copertina) ma nel dubbio vi consigliamo spassionatamente di fare un salto in libreria oggi stesso. Domani potrebbe essere già troppo tardi per assicurarsi una mosca bianca. E riguardo l'autore, che oggi vive nella cittadina israeliana di Arad? Come la prenderà? Siamo certi che Oz, Amos Oz, sopraffino intellettuale, se venisse a sapere di questo piccolo misfatto si farebbe una risata in puro stile yiddish. Anzi, forse chiederebbe una copia per la sua biblioteca. Non si sa mai. E intanto la macchina editoriale corre a perdifiato e domani è un altro giorno per tutti. Probabilmente quando vennero stampati i Gronchi rosa ci fu chi li diede via frettolosamente giudicandoli fallati. Oggi starà ancora piangendo.
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