Sud Africa, scoperto teschio di bambino di 240mila anni fa. «Fu seppellito in una grotta»

nella foto il fossile di teschio (credit: Wits University)
di Laura Larcan
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Domenica 7 Novembre 2021, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 10:14

Può essere tenuto nel palmo di una mano, tanto è piccolo. È il teschio di un bambino di oltre 240mila anni fa, un ominide antenato dell’uomo, morto probabilmente all’età di 4 anni circa. Gli studiosi lo hanno definito “Figlio delle tenebre”, perché è stato scoperto incastrato in un piccolo antro largo appena 15 centimetri, di un sistema di grotte, il “Rising Star”, nel Sud Africa. Al buio pesto. Lo hanno chiamato “Leti”, abbreviazione di “Letimela” o “Lost One” nella lingua setswana del Sud Africa. E’ vissuto probabilmente tra 335.000 e 241.000 anni fa, una datazione resa possibile dalla comparazione con altri resti fossili di ossa trovati nella grotta, un sito che per gli archeo-paleontologi è davvero un mistero. Perchè un teschio di bambino è finito in un posto simile? «Potrebbe essere la prova di una sepoltura intenzionale».

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IL SITO

La notizia è stata data da LiveScience, che ha documentato le varie fasi di indagini di questo sito particolare, intercettato dagli studiosi già nel 2013 e che sta regalando fior di sorprese, al centro di uno studio dell’Università del Wisconsin-Madison.

Nel sistema di grotte infatti sono stati raccolti complessivamente fossili appartenenti a circa 24 individui di “Homo Naledi” trovati in quella che oggi è conosciuta come la “Camera Dinaledi”. «La presenza di tanti individui di una singola specie nella grotta è misteriosa», spiegano su LiveScience. Pensare che l’unico modo per entrare in questo sito sotterraneo è una breccia verticale di 12 metri conosciuta come “The Chute”.

«L'ECCEZIONALITA' DELLA SCOPERTA»

Gli speleologi non hanno finora trovato prove di ingressi alternativi. Il piccolo teschio di Leti è stato trovato su un ripiano calcareo incastonato in «una ragnatela di passaggi angusti», ha detto in una nota Maropeng Ramalepa, un membro del team di esplorazione. L’eccezionalità della scoperta sta nel fatto che se fino ad oggi nella grotta sono stati trovati alcuni frammenti di mascella di giovani, questa è la prima volta che i ricercatori hanno trovato un cranio. Non solo, ma sono stati recuperati anche sei denti. Il nuovo teschio, dunque, dovrebbe rivelare di più sulla crescita e lo sviluppo dell’Homo Naledi.

L'IDENTIKIT

Secondo lo Smithsonian National Museum of Natural History, l’Homo Naledi camminava eretto, era alto circa 4 piedi e 9 pollici (1,44 metri) e pesava tra le 88 e 123 libbre (circa 40 e 56 chilogrammi). Il cranio di “Leti” ha rivelato gran parte della fronte del bambino e parte della sommità della testa. I denti consistevano in quattro denti permanenti e due denti da latte consumati. «Il loro sviluppo e usura indicano che il bambino era all’età in cui i primi molari permanenti stavano rompendo la gengiva», come riporta Live Science. Leti potrebbe avere meno di 4 anni quando è morto.

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