Napoleon, il film che divide. «Divertente e con battaglie epiche». «No, Joaquin Phoenix è borbottante»

La critica si spacca sull'ultimo lavoro di Ridley Scott, atteso nelle sale italiane il 23 novembre

Joaquin Phoenix nei panni di Napoleone
di Gloria Satta
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Giovedì 16 Novembre 2023, 21:16 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 12:05

Napoleon divide la critica anglosassone. «Sorprendentemente divertente» (Total Film). Anzi no, «rimbalza tra il campo di battaglia e la camera da letto, la storia sentimentale tra i protagonisti distrae dalla specialità del regista, cioè il film di guerra epico» mentre Joaquin Phoenix «offre un’interpretazione borbottante e stranamente anti-carismatica» (Variety). «Scene di battaglia eccezionali e rese fedelmente che ricordano Ran di Kurosawa» (deadline), ma anche «i combattimenti sono più impressionanti per dimensioni che per impatto profondo» (Hollywood Reporter). E via così, tra osanna e stroncature la prima accoglienza della stampa a Napoleon, il kolossal di Ridley Scott atteso nelle sale italiane il 23 novembre, un giorno dopo l’uscita americana: promossi i combattimenti, l’impianto spettacolare e l’umorismo mentre sotto accusa è soprattutto la sceneggiatura. Se il film, interpretato dalle superstar Joaquin Phoenix e Vanessa Kirby, rispettivamente nei ruoli del primo imperatore francese e della moglie Giuseppina Beauharnais, ha diviso la critica anglosassone, il pubblico lo aspetta con ansia. «E’ un titolo imperdibile di questa stagione», sentenzia Rotten Tomatoes, l’implacabile l’aggregatore di recensioni che assegna a Napoleon un dignitoso 62 per cento.

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BATTAGLIE. Presentato in anteprima a Parigi («e dove, sennò?», commenta il produttore Kevin J.

Walsh) con tanto di red carpet stellare reso possibile dalla fine dello sciopero degli attori, il Napoleon di Scott è una superproduzione da 200 milioni di dollari destinata al grande schermo (andrà poi sulla piattaforma Apple), senza spreco di effetti digitali e un respiro epico. Il regista 85enne de I duellanti e Il Gladiatore, definito sul set «un vero generale», ha fatto insomma ricorso più alla propria esperienza che alla tecnologia. Il film, della durata di 157 minuti, comincia con la cruenta decapitazione di Maria Antonietta e si chiude con la sconfitta di Waterloo e il successivo esilio di Napoleone a Sant’Elena dopo aver messo in scena 6 delle 61 battaglie condotte dal protagonista. Descritto come un «tiranno dalle mani sporche di sangue, uno stratega visionario e spietato sulla scia di Alessandro Magno, Hitler e Stalin», dice Scott, «l’imperatore ha dato inizio alla storia moderna, ha cambiato il mondo». Ad affascinare il regista è anche risvolto privato dell’epopea di Bonaparte, cioè la sua tormentata storia d’amore con Giuseppina: «Era un incredibile stratega», aggiunge Ridley, «e uno spietato politico, ma mentre sta andando a conquistare Mosca è ossessionato da quello che sua moglie può fare a Parigi». E non mancano le scene di sesso tra i due protagonisti. Phoenix, tornato a lavorare con Scott 23 anni dopo il Gladiatore in cui faceva Commodo, ha detto soltanto: «Ho accettato di fare Napoleon per una sorta di nostalgia: girare Il Gladiatore è stata un’incredibile esperienza». Entiusiasta Vanessa Kirby: «È stato incredibile guardare Joaquin esplorare gli aspetti più oscuri del personaggio: l'ho visto entrare nella mente di Bonaparte».

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