Romana Maggiora Vergano, chi è la "figlia" di Cortellesi in "C'è ancora domani": «Molte donne mi scrivono, si rivedono nel mio personaggio»

L'attrice nel film interpreta Marcella, la figlia risoluta e conflittuale della protagonista Delia-Cortellesi decisa a salvarla dal matrimonio sbagliato

Romana Maggiora Vergano, chi è la "figlia" di Cortellesi in "C'è ancora domani": «Molte donne mi scrivono, si rivedono nel mio personaggio»
di Gloria Satta
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Domenica 12 Novembre 2023, 07:56 - Ultimo aggiornamento: 08:14

Nove milioni e mezzo di euro incassati finora e, fissa da settimane, la prima posizione al box office: C'è ancora domani, la potente e toccante opera prima di Paola Cortellesi, anche interprete, continua a macinare biglietti mentre in sala il pubblico applaude a scena aperta, soprattutto i momenti in cui la protagonista si riscatta dal suo destino di sottomissione e abusi. E questo successo con pochi precedenti nella storia del nostro cinema sta travolgendo anche Romana Maggiora Vergano, l'attrice che nel film interpreta Marcella, la figlia risoluta e conflittuale della protagonista Delia-Cortellesi decisa a salvarla dal matrimonio sbagliato con un uomo possessivo e maschilista proprio come il suo violentissimo marito Ivano-Valerio Mastandrea. Bella faccia e occhi scuri espressivi, 26 anni il 21 novembre, nata nella Capitale in piazza Bologna e cresciuta a Ostia, un passato di film d'autore (Anni da cane, Come le tartarughe) e serie (Don Matteo, Christian), Romana si dice «entusiasta e un po' incredula» di quello che sta vivendo. È il suo momento: attualmente l'attrice è sul set friulano di Prima la vita, il nuovo film d'ispirazione autobiografica di Francesca Comencini che le ha affidato la parte della figlia di Fabrizio Gifuni.


Che cosa, nel successo di "C'è ancora domani", la colpisce di più?
«Il calore della gente. Non ci sono soltanto gli applausi in sala e la richiesta di selfie.

Gli spettatori mi scrivono, mi raccontano episodi della loro vita, giurano di essersi rivisti nel mio personaggio. E sono in maggioranza donne di ogni età, dai 17 anni ai 60. Il film sta arrivando al cuore di tutti: è un risultato strepitoso, il motivo stesso per cui noi del cinema facciamo il nostro mestiere».


Com'è arrivata a far parte del cast?
«Nel modo più classico, attraverso un provino. Quando ho letto il primo aggettivo che connotava il mio personaggio, cioè "romana", ho sentito dentro di me che avrei ottenuto il ruolo. Quell'audizione è stata magica: Paola è stata generosissima, mi ha mostrato la strada giusta per interpretare Marcella senza giudicarmi. Era come se fossimo già in piene riprese».


Ma come le ha parlato della sua Marcella?
«Mi ha detto che era una giovane donna appartenente a una famiglia molto popolare, ricca di grazia e di aspirazioni. E intellettualmente libera, quasi contemporanea, motivo per cui era spesso in conflitto con sua madre. Paola mi ha chiesto di infondere nel personaggio quella tenerezza che mi appartiene anche nella vita».


Che effetto le ha fatto passare dalla condizione di attrice emergente ma quasi sconosciuta alla popolarità di massa, all'essere riconosciuta per la strada?
«Dire che mi sento onorata e felice è poco. È il mio anno fortunato. E devo tutto alle registe, non è un caso se comincio ad essere conosciuta grazie a Paola, che per prima ha puntato su di me per un ruolo importante, e a Francesca Comencini».


Farsi dirigere da una donna è diverso?
«A me viene facile un po' perché credo da sempre nella solidarietà femminile e un po' perché ho sempre avuto un legame fortissimo con mia madre. Sul set mi affido volentieri».


Perché non era sul red carpet dell'Auditorium quando il film di Cortellesi ha inaugurato la Festa di Roma?
«Mi trovavo fuori Roma per lavoro e non sono riuscita a incastrare le date per tornare in tempo. Mi è dispiaciuto: avrei voluto condividere con Paola e il resto del cast il primo applauso in sala. Mi sono rifatta andando a rivedere il film al cinema qualche giorno dopo».


Com'è arrivata a fare l'attrice?
«Entrambi i miei genitori fanno i medici, sono ginecologi, e mentre studiavo al liceo scientifico pensavo che avrei seguito le loro orme. Poi l'insegnante di teatro mi ha avvicinata al cinema mostrandomi i grandi film italiani del passato. Mi sono emozionata così tanto che ho deciso di far provare agli altri i miei stessi sentimenti. Così sono entrata alla Scuola Volonté, ero l'allieva più giovane».


Il successo di "C'è ancora domani" darà un nuovo indirizzo alla sua carriera?
«Confesso di provare una certa ansia perché tutti adesso si sentono in dovere di mettermi in guardia dal fare scelte sbagliate. Ma io sono così giovane che vorrei confrontarmi con tante esperienze diverse per capire cosa mi è più congeniale».


In cosa voi attrici under 30 siete diverse dalle colleghe più mature?
«A causa dei social siamo più esposte, ma proprio per questo ci accomuna la paura di non saper mantenere l'equilibrio tra lavoro e immagine, cinema e vita privata. Gestire questo doppio registro può essere difficile».


Qual è la "lezione" più importante che ha imparato sul set di Cortellesi?
«La gentilezza. Paola ha forza e carisma ma non dimentica di mettere gli altri a proprio agio. Il suo sorriso è sincero. Io mi sono sempre sentita protetta e ascoltata. E ora sono felice di splendere di luce riflessa».

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