Cannes, lo splendido inno alla natura di Naomi Kawase e il Giappone che sembra un manga

Cannes, lo splendido inno alla natura di Naomi Kawase e il Giappone che sembra un manga
di Fabio Ferzetti
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Martedì 20 Maggio 2014, 20:06 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 10:30
Il grande ciclo della vita e della morte, degli amori e degli addii, in un inno alla Natura di struggente bellezza tutto girato su un’isola subtropicale del Giappone, poco lontano da Okinawa, con l’eccezione di una breve parentesi a Tokyo. La bellissima Kyoko, figlia di un pescatore locale e di una sciamana, si prepara a perdere la madre malata, e intanto si innamora del coetaneo Kaito, adolescente come lei. Anche se Kyoko nuota felice nelle acque limpide dell’isola, mentre Kaito ha paura del mare, non è pronto per l’amore, e vede tutto attraverso il rapporto problematico con la madre separata, insieme a cui vive. I protagonisti, adulti e non, sono così belli che sembrano usciti dalle pagine di un manga (o da un cartoon di Miyazaki).



Per il resto Naomi Kawase, classe 1969, “abbonata” a Cannes da quando nel 1997 vinse la caméra d’or con il suo primo film, resta fedele al suo mondo impregnato di animismo e di profonda conoscenza delle antiche tradizioni popolari giapponesi. Particolarmente vive sull’isola di Amami, come si vede nella scena indimenticabile dell’addio alla madre di Kyoko. Anche se forse i momenti più preziosi del film sono quelli impregnati di tenerezza, serenità e umorismo dedicati alla vita familiare della protagonista e dei suoi genitori.
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