A ventisei anni è una giovane mamma («Sembro più una sorella. Le mani non le alzo mai, ma ci sono le regole da rispettare. Forse perché sono cresciuta in una famiglia molto rigida») e confida di aver subito un trauma prima della nascita di Andrea: «Mai stata così male. Alla sesta settimana già pensavo al colore del corredo. Invece l’embrione non si era nemmeno formato, era un “ovulo bianco”. Dopo il raschiamento, chiusa al buio, non volevo vedere nessuno. Pensavo: “Dove ho sbagliato?”. Un mese dopo ero di nuovo incinta».
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