Rino Barillari, oggi il king dei paparazzi compie 70 anni

Rino Barillari, oggi il king dei paparazzi compie 70 anni
di Davide Desario
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Domenica 8 Febbraio 2015, 20:42 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:31

Per lui la “guerra è guerra”. Sempre. Anche a settant’anni. Rino Barillari, il king dei paparazzi, l’uomo che "flescia" prima di pensare, li compie oggi. Ma non lo dice e non festeggia. Perché anche oggi, come ieri e come domani, potete scommeterci, è a caccia di uno scoop, di un personaggio da immortalare in ristorante, a passeggio per le vie più chic della città, all’uscita di un night o perchè no di una chiesa.

Gli occhi sono sempre gli stessi: più veloci di una pallina del flipper, il look impeccabile, la sigaretta sempre accesa, un sorriso, il rispetto per chi lavora ma anche la voglia di non fermarsi mai.

Quella che aveva a 16 anni quando iniziò a consegnare negli alberghi le fotografie scattate e a Fontana di Trevi e poi sviluppate a mano, e quella che lo ha accompagnato in tutti questi anni e che lo ha portato a immortalare i personaggi più importanti dell’ultimo mezzo secolo dai papi, ai presidenti della Repubblica, dai premier italiani e stranieri agli attori come Sylvester Stallone, Sharon Stone, Liz Taylor, Alberto Sordi, Marcello Matroianni, Frank Sinatra (solo per citarni alcuni). Perché, come scrisse Achille Bonito Oliva, ”Dio Perdona, Barillari no”.

Di botte ne ha prese tante: sono ormai quasi duecento le volte che è finito al pronto socorso (una anche con il sottoscritto) dopo l’aggressione di chi non era proprio contento di essere fotografato. E poi le sparatorie con rapinatori e terroristi negli anni di piombo : «Non m’hanno mai beccato- ricorda - Però degli ultrà mi hanno accoltellato. Da quel giorno ho odiato il calcio».

Come dimenticare l'epico diverbio con Frank Sinatra ed i suoi gorilla, che soltanto l'intralcio dei tavolini del Cafè de Paris evitò che degenerasse in un violento corpo-a-corpo? E che dire del celebre schiaffo di Aldrin, l'astronauta geloso della sua privacy "lunare"?

Non si è fermato nemmeno davanti a l'irascibile Mickey Rourke (mitragliato dal flash in una nota discoteca) o l'acqua ghiacciata del secchiello dello champagne lanciatogli dal parrucchiere di Claudia Schiffer fotografata al ristorante Dal Bolognese. Un bollettino di guerra che oggi conta 82 macchine fotografiche fracassate, 11 costole rotte, un femore fatto a pezzi da un energumeno che stava picchiando la fidanzata a piazza Navona.

Già, piazza Navona. E’ qui il suo quartier generale. Una casetta che è una bomboniera. Dove Barillari ha tutto quel che gli serve: macchine fotografiche, obiettivi, sigarette e una sfilza di cravatte tutte già annodate: «Lo so che è da scemi - ripete sempre - che ogni volta potrei farmelo in venti secondi, il nodo. Ma venti secondi de qua, venti secondi de là, e te saluto, addio emoscion, perdi er servizzio. Mejo arrivare prima, te pare?».

E così da quando lavora al Messaggero ne ha collezionati di scoop seri. Soprattutto di notte. Perché per Rino le notti romane non hanno segreti.

La sua parlata è inconfondibile: un mix di calabrese, inglese e romano. «Privacy? - scherza - per me vuol dire provaci».

E allora provaci ancora. Provaci sempre grande King. E lui che dice? «Ao io me sento sempre un regazzino l'importante è esistere perché la guerra è guerra».