Un giorno li vedi giocare con le bambole o le macchinine e poi, senza alcun preavviso, li ritrovi a smanettare sul web. Per molti genitori il primo pensiero è che a 11 o 12 anni sono troppo piccoli per curiosare maliziosamente su siti discutibili. Troppo piccoli per cercare e trovare immagini e video porno. Ma la verità è che sono i contenuti pornografici a trovare loro. Li incuriosiscono, li attirano e quando cadono nella trappola li «violentano», compromettendo il loro primo approccio alla sessualità.
Il sesso insegnato da video brevi e crudi, per molti versi irrealistici, possono stravolgere completamente il rapporto che si ha con il proprio corpo e quello che si avrà con i futuri partner. Il tema, che non viene trattato spesso, è tornato alla ribalta dopo la confessione della pop star americana Billie Eilish: «Ho iniziato a vedere video porno ad undici anni - ha detto in una intervista radiofonica - mi hanno distrutto il cervello». «Pensavo fosse così che si impara a fare sesso», ha poi aggiunto la 19enne , che ha definito i contenuti hard «violenti» e «degradanti per il corpo femminile».
La pandemia, poi, non ha fatto altro che anticipare ed esacerbare questo approccio traumatico al sesso.
NUOVE ABITUDINI
Il lockdown e in generale il distanziamento sociale ha cambiato le abitudini di vita e, secondo i ricercatori, ha indotto i giovani a riscoprire la propria sessualità su Internet: più del doppio ora si affida a siti di incontri, mentre la pornografia emerge fortemente come una nuova abitudine nelle ragazze. Infatti, più del 30% ha dichiarato di collegarsi abitualmente a siti pornografici, rispetto a solo il 15% del 2018-2019 e un aumento parallelo dell’autoerotismo. Nei ragazzi invece la frequenza di collegamento a siti pornografici era già molto evidente negli anni passati (89%). L’approdo sul web della sessualità tra i giovani ha portato entrambi i sessi a praticare molto più sexting e cybersex, che sono raddoppiati.
Di contro, il massiccio utilizzo di Internet anche per la scoperta della propria sessualità è sfociato in una maggior frequenza di atti di cyberbullismo, che interessano in quest’ultimo anno più del 40% delle ragazze e il 25% dei ragazzi. L’insieme di tutti questi cambiamenti, secondo i ricercatori, ha reso i giovani molto più fragili. «La pandemia ha cancellato una parte importante nella socialità dei ragazzi», spiega Carlo Foresta, alla guida della Fondazione Foresta Onlus di Padova. «Diventa più difficile conoscere i coetanei, innamorarsi e sperimentare la sessualità, che si è riversata quindi nell’unico strumento di socialità a loro disposizione: Internet. Qui però i rischi derivanti dalla condivisione della propria intimità sul web aumentano, come dimostrato dall’altissima percentuale di atti di cyberbullismo».
Non è un problema italiano, ma globale. Uno studio recentemente promosso dal Governo britannico ha rilevato che l’esposizione al contenuto pornografico avviene prima dei 13 anni per il 67% dei ragazzi e il 36% delle ragazze. Si stima che a livello globale il 30% dei bambini fra gli 11 e i 12 anni fruisca di pornografia online. «I numeri sono impressionanti anche in Italia», spiega Antonella Elena Rossi, psicopedagogista comandata Miur.
NUMERI IN AUMENTO
In Italia si stima che il 44% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni naviga nei siti porno. «Dal 2005 a oggi il numero di adolescenti che possiamo considerare utenti abituali è raddoppiato», aggiunge. «Allo stesso tempo i siti porno stanno crescendo in maniera esponenziale: ogni anno vengono aperti circa 150 milioni nuovi. L’età media in cui si inizia a visitarli - continua - va dagli 8 agli 11 anni, anche se vi accedono più spesso i ragazzi della fascia d’età 12-17 anni».
Un approccio così precoce e deviato alla sessualità può avere effetti devastanti. «Nel sito hard - dice Rossi - la sessualità è vista in maniera solitaria. E dall’autoerotismo si passa alla compulsione che porta i ragazzi a chiudersi in un mondo fatto da desideri immediatamente soddisfatti con il proprio corpo. In questo modo decade qualunque relazione sociale e amorosa perché il rapporto con il sito porno e l’autoerotismo diventa semplice, facile e immediato». Il piacere virtuale supera e fagocita quello del mondo reale. «Il corpo diventa uno strumento per la soddisfazione di un piacere istintuale e non un veicolo di emozioni. Questo, a sua volta, può portare alla dipendenza - conclude Rossi - e all’incapacità di instaurare relazioni che non siano sterili e vuote».
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